(ASI) Una scena di qualche giorno fa, al pronto soccorso dell’ospedale di Trapani. Un paziente, stanco di aspettare, dà in escandescenze, tira fuori un coltello, aggredisce il personale, costretto a barricarsi in uno stanzino, in attesa dell’arrivo della polizia.
Altra scena, questa volta tragica, a Collesano, provincia di Palermo. Antonio Grisanti, settantaquattro anni, panettiere, ha un infarto. La figlia chiama l’ambulanza. Che arriva quarantacinque minuti dopo, da Cefalù: ventisei chilometri di strada provinciale. Era l’unica ambulanza con rianimatore a bordo disponibile nel territorio. Quando è finalmente sul posto, il medico può solo constatare il decesso dell’uomo. «Nemmeno in Africa si muore così», commenta la figlia, Santina.
Episodi come questi in Sicilia sono sempre più frequenti. Medici aggrediti da pazienti esasperati in attesa al pronto soccorso, persone che muoiono per mancanza di ambulanze, o in attesa di un esame. Nell’Isola, ad esempio, su duecentocinquantuno ambulanze, solo centootto prevedono il medico a bordo. Ma tra queste circa il venti per cento non hanno comunque il medico, perché camici bianchi, in Sicilia, non ce n’è. È il dramma che vivono i pronto soccorso dell’Isola, con un tasso di scopertura dell’organico che arriva anche al quaranta per cento. La conseguenza è che intere zone della Sicilia, soprattutto quelle interne o periferiche, sono sguarnite. Così come gli ospedali: il tasso di scopertura del personale medico è del trenta per cento ci sono reparti retti da un solo dottore.
Non è un periodo facile per la sanità siciliana (forse non c’è mai stato, in realtà). Il nuovo assessore, Giovanna Volo, fortemente voluta da Renato Schifani, non ha ancora trovato la quadra su tanti fronti aperti, e non sta brillando certo per spirito di iniziativa. Tanto che dall’opposizione è partita una mozione di sfiducia. L’emergenza Covid ha segnato cicatrici profonde, tra strutture annunciate e mai realizzate, cantieri persi nel nulla, liste d’attesa infinite e periodici scandali che si ripetono.
Foad Aodi - Agenzia Stampa Italia