(ASI) “Un conto è dire di fare un lockdown, un altro è dire di fare attenzione nelle prossime settimane. Noi abbiamo 4-6 settimane molto importanti in cui gli ospedali devono riorganizzarsi, alzare gli argini, preparare posti letto se non li hanno, lavorare a stretto contatto con il pronto soccorso e capire quanti dei pazienti hanno le varianti. Se Galli ha un problema, proponga alla Regione di fare un’immediata zona rossa nella sua area".
Lo sostiene il professor Matteo Bassetti, direttore della Clinica Malattie Infettive del Policlinico San Martino di Genova, in un'intervista a iNews24.it. "Ma la sua realtà è diversa dalla mia e da quella di altri" -continua Bassetti- "Non si può prendere una misura unica, nazionale, per tutti. Perfino il colore di una regione è sbagliato, le misure vanno prese a livello locale. Se i numeri di Galli sono reali, la Regione Lombardia deve oggi stesso chiedere la zona rossa”. Infine, il direttore commenta l'ipotesi di un lockdown nazionale: “Non capisco questa accelerazione degli ultimi giorni. Abbiamo fatto uno studio nazionale che ci ha permesso di scoprire quante varianti ci sono, ma è probabile che esistessero già mesi fa. La domanda è: possiamo permetterci il lockdown nazionale di un mese? E la risposta deve essere della politica. Io, da tecnico, dico che prima di arrivare alla chiusura totale ci sono soluzioni intermedie che consentono da una parte, di preservare l’aspetto sociale ed economico, dall’altra di organizzare la situazione dal punto di vista sanitario. Dobbiamo convivere con il virus, attuando il sistema dello stop and go: quando le cose non vanno bene, chiusura con un lockdown locale, poi la riapertura. Sarà anche la soluzione che forse non risolve completamente la situazione, ma dobbiamo convivere con il virus”.