(ASI) Torna il caldo ed è la prima volta che la gente dovrà affrontarlo in una fase nuova, quella dell'emergenza sanitaria da Covid-19. Siamo stati drammaticamente colpiti da un pericoloso ed insidioso virus, altamente contagioso.
Un'infezione virale sconosciuta che ha fatto moltissime vittime, messo a dura prova tutte le strutture sanitarie del Paese e costretto gli italiani a cambiare drasticamente stile di vita. Di fronte a un male estremo, estremi sono stati infatti i provvedimenti adottati che, in nome del diritto alla salute (Art. 32 della Costituzione), hanno fortemente limitato le libertà individuali e collettive.
Si sono moltiplicati sul territorio i controlli sanitari, è stata attuata una rigorosa politica di isolamento e confinamento sociale della popolazione (lockdown), sono stati messi in campo provvedimenti di distanziamento sociale estremi, che hanno imposto la chiusura di quasi tutte le attività commerciali, tranne quelle ritenute indispensabili (supermercati, farmacie, sanitari, ottica, edicole ed altre). Sono stati adottati severi protocolli sanitari, tra cui la sanificazione costante degli ambienti chiusi.
Tutto ha avuto come scopo il contenimento dell'epidemia. Se è vero che l'insorgere del Covid-19 ci ha trovato inizialmente impreparati, durante questi mesi abbiamo provato sulla nostra pelle un'importante esperienza. In attesa che si trovino cure specifiche, ed in prospettiva del vaccino, nel frattempo dobbiamo fare tesoro di ciò che concretamente ci ha permesso di evitare quella che potremmo definire un'ulteriore "strage degli innocenti".
Da un lato dobbiamo correggere tutti gli errori fatti in precedenza e prendere atto che le misure di prevenzione sono al momento le uniche efficaci. Dall'altro, contestualmente, si rende necessaria un'opera continua di educazione dei cittadini ai comportamenti virtuosi ed intelligenti da tenere, collegata ad un'azione di sanificazione continua di tutte le strutture pubbliche e private.
Per questo, soprattutto nel periodo di innalzamento delle temperature atmosferiche, fra i vari elementi di criticità devono essere attenzionati tutti i filtri degli impianti di areazione, in particolare di quelli installati nelle strutture sanitarie del nostro Paese. Questi impianti, nel 1976, furono il veicolo di un'altra epidemia letale, quella della legionella.
Forti di questo tragico precedente, s'impone la sanificazione di tutti i filtri dei condizionatori d'aria. Andranno compiuti controlli a tappeto. L'obiettivo è quello di verificare se tutti gli strumenti di prevenzione necessari per tutelare la salute delle persone siano rigorosamente rispettati. Perché, in attesa che la gente sia maggiormente prudente ed accresca ulteriore consapevolezza dei gravi rischi cui si sta andando incontro, le istituzioni dovranno alzare il livello di vigilanza affinché i cittadini possano essere tutelati dal rischio di una nuova massiccia ondata di contagio.