(ASI) Arriva l’estate dopo una primavera che si è classificata come la seconda più calda di sempre sul pianeta a livello climatologico facendo registrare una temperatura media sulla superficie della terra e degli oceani, addirittura superiore di 0,96 gradi rispetto alla media del ventesimo secolo.
È quanto emerge dalle elaborazioni Coldiretti diffuse in occasione del solstizio d’estate sulla base della banca dati Noaa, il National Climatic Data Centre che rileva i dati dal 1880.
Le maggiori differenze dai valori stagionali – sottolinea la Coldiretti - si sono verificate nell’emisfero nord, dall’Alaska al Nordovest del Canada al centro nord e all’estremo oriente russo dove le temperature sono state superiori fino a tre gradi. In Europa - precisa la Coldiretti - la primavera 2019 si classifica al nono posto tra le piu’ calde mai registrate con una anomalia di + 1,48 gradi rispetto alla media di riferimento.
La tendenza al surriscaldamento – continua la Coldiretti - è evidente anche in Italia dove tuttavia la colonnina di mercurio in primavera è stata in media superiore solo di 0,46 gradi, collocandosi al 38esimo posto tra le piu’ calde dal 1800. In controtendenza - precisa la Coldiretti - è stato l’andamento del mese di maggio particolarmente piovoso e freddo con temperature di ben 1,58 gradi sotto la media.
Sono gli effetti dei cambiamenti climatici in Italia dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici – ricorda la Coldiretti – è ormai la norma, tanto da aver condizionato nell’ultimo decennio la redditività del settore agricolo, con le perdite di raccolti dovute a calamità naturali che hanno assunto un carattere ricorrente. Il risultato – conclude la Coldiretti – è una perdita da 14 miliardi di euro in un decennio per l’agricoltura italiana, tra danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne e perdite della produzione agricola nazionale.