Campagna. Terra dei fuochi. Siglato il protocollo d'intesa tra Fondazione DDClinic Research Institute di Caserta e  l’Ente Parco  Regionale Fiume Sarno Villa Lanzara – Del Balzo

DDCLINIC ProtocolloconENTE(ASI) Sarno. Il giorno 2/1/2019 nella prestigiosa sede dell’Ente Parco Regionale Fiume Sarno Villa Lanzara – Del Balzo, si è tenuto un incontro sulle cui basi poter avviare un protocollo d’intesa tra la Fondazione DDClinic Research Institute di Caserta e l’Ente Parco stesso per un progetto sperimentale di fitorimediazione, deputato cioè ad una radicale bonifica del territorio.


Presenti per l’Ente Parco il presidente dr. Antonio Crescenzo e il dr. Mario Minoliti, agronomo e responsabile dell’Ufficio Tecnico del Parco, mentre per la Fondazione DD Clinic sono intervenuti il dr. Andrea Del Buono, medico, ricercatore scientifico e vicepresidente della Fondazione, la dr.ssa Giuliana Sorà, responsabile relazioni esterne della Fondazione, e il referente sarnese Alfonso Buonaiuto, presidente dell’Associazione Starter Valle del Sarno.
Il meeting ha fatto seguito ad uno precedente del 22 dicembre u.s., sempre presso la sede del Parco, appuntamento in cui il dr. Crescenzo aveva ampiamente illustrato le note problematiche del fiume Sarno, tenendo in debita e primaria considerazione l'impellente esigenza di un franco confronto al fine di individuare percorsi integrati da implementare in loco.
La riunione ha rappresentato innanzitutto un esame delle criticità già evidenziate nella precedente occasione circa la situazione del fiume Sarno, criticità per le quali urgono scelte politiche integrate per l’intero territorio. Partendo in tal senso dal pieno coinvolgimento di tutti gli attori istituzionali, economici e sociali operativi all’interno della Valle del Sarno, è fondamentale tendere a controvertire lo stato diffuso di degrado e inquinamento ambientale, riducendone i carichi inquinanti presenti poi inevitabilmente nella catena alimentare. Pertanto è necessario ed essenziale non solo l’intervento di infrastrutture di servizio, (sia sotto il profilo della gestione che dell’indirizzo e controllo), ma anche adottare, in scienza e coscienza, una profonda riqualificazione del territorio tramite “Bio-Fito-Rimediazione”, al fine di aumentare la resilienza ( capacità cioè del territorio di autoripararsi ) e contrastare in tal modo l’incessante consumo di suolo che affligge il bacino del Sarno.
Il dr. Del Buono ha approfondito il progetto di “Phytoremediation”, oggetto di accurati studi scientifici portati avanti in questi anni dalla Fondazione, fornendo anche pratiche note bibliografiche sulla medesima tecnica finora però poco utilizzata, pur tuttavia in corso di sperimentazione e successo.
Attualmente questa metodica attira l’interesse scientifico non solo italiano ma anche internazionale, proprio in quanto le sue applicazioni bene si inseriscono in un’ottica di sostenibilità ambientale. Evidente risulta inoltre che ulteriori risvolti positivi si possono ottenere in ambito economico e di accettabilità da parte degli stakeholders. La Phytoremediation sfrutta la “nutrizione inorganica”, attraverso cui la pianta assume sia le sostanze inorganiche essenziali per la sua crescita, sviluppo e riproduzione (come ad esempio N, P, K, Mg, S, Fe, Cl, Zn, Cu, B, Md), sia quelle non essenziali, che ad alte concentrazioni possono però risultare tossiche per la pianta stessa (Pb, As, Sali…ed in particolare Cadmio).
Oggetto ulteriore di studio è il tipo di microambiente che si determina intorno all’apparato radicale di un vegetale qualunque esso sia (piante in fusto, ortaggi, erbacee, etc.). La fattibilità dell’intervento di Phytoremediation dipende infatti da molti fattori: in fase preliminare vanno considerati inevitabilmente anche i limiti che essa può comportare caso per caso. Nello specifico dei metalli pesanti di cui sopra (Piombo, Arsenico, Cadmio, etc.), verranno approfondite le opportunità, ma allo stesso tempo anche gli svantaggi dati dall’uso degli iperaccumulatori vegetali (piante con capacità epurative) e dall’applicazione di agenti chelanti (composti utilizzati come antidoti nelle intossicazioni da metalli pesanti e, legandosi ad essi, in grado di espellerli dall’organismo).
Al termine dell’incontro sia il presidente dr. Crescenzo che il dr. Del Buono hanno manifestato tutta la loro soddisfazione per la positiva proficuità dello stesso, con l’impegno di dare seguito in questo stesso mese di Gennaio alla firma di un protocollo d’intesa unitamente alla convocazione di una conferenza della stampa nazionale, regionale e locale. La firma del protocollo sarà atto ad avviare una prima importante sperimentazione quale impegno concreto di azione sul territorio della Valle del Sarno, per una riqualificazione e tutela degli ecosistemi. Infine si precisa che a questo protocollo di intesa seguirà nel mese di febbraio un importante convegno di presentazione del progetto, con invito alla partecipazione di Organi regionali, provinciali, dei Sindaci aderenti al Parco, nonchè di tutte le Organizzazioni profit e non profit operative nell’area nocerino-sarnese.

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