(ASI) Abruzzo – Sant'Antonio Abate è considerato uno dei più famosi santi – eremiti nella storia della Chiesa. Nell'iconografia è solitamente raffigurato o circondato da donne procaci, simbolo delle tentazioni o da animali domestici, soprattutto il maiale (di cui è il protettore), considerato in antichità un animale sacro, simbolo della fertilità.
Nel mese di gennaio, si svolgono le tradizionali feste religiose – popolari di Sant'Antonio Abate, poiché il giorno 17, ricorre proprio la data della sua morte avvenuta nel 357 a.C..
Una delle regioni dove questa tradizione è sicuramente festeggiate e molto sentita, è l'Abruzzo, dove le usanze contadine sono a tutt'oggi pressoché intatte nelle aree più interne della regione.
Sant'Antonio Abate, è qui conosciuto anche come “Sant'Andonie de Jennare” (Sant'Antonio di Gennaio) o come “Sant'Andonie de lu porche”, adorato, non solo come il protettore dalle malattie della pelle, dal fuoco, ma considerato anche come il protettore degli animali domestici, del bestiame, del lavoro dei contadini e si prega per favorire la prosperità dei raccolto nei campi.
Infatti, fin dal Medioevo è in uso, nei giorni delle festività di Sant'Antonio, benedire i campi, gli animali domestici e il bestiame. Secondo una credenza popolare, nella notte magica di “Sant'Andonie” gli animali acquisirebbero la capacità di parlare come gli umani e capitare di ascoltarli, sarebbe considerato di cattivo auspicio, perciò si benedicono.
La figura di Sant'Antonio è legata anche al fuoco, considerato come elemento purificatore e della vittoria del santo sul diavolo tentatore. Infatti, non è raro vedere in molti paesi abruzzesi accendere dei falò, anche detti farchie. Le rappresentazioni più famose in tal senso sono le “Farchie” di Fara Filiorum Petri (Ch) e i falò di Scanno (Aq) che hanno una funzione rituale purificatrice dal male e fecondatrice della terra, affinché il nuovo anno inizi nel migliore dei modi possibili.
Non a caso, in epoca contemporanea, Sant'Antonio viene considerato anche il protettore dei pompieri.
Lo zolfo e le ceneri dei braceri venivano utilizzate per curare le malattie della pelle, da qui deriva la credenza religiosa che Sant'Antonio sia il protettore dalle malattie dermatologiche e in particolare del cosiddetto Herpes Zoster, detto anche “Fuoco di Sant'Antonio”.
La festa de “lu Sant'Andonie” ha anche un suo dolce tipico, chiamato appunto “uccelletto di Sant'Antonio”, con ricette che variano da zona a zona, con possibili ripieni simili a quelli delle sfogliatelle abruzzesi di marmellata, cioccolata, mandorle tritate e altro.
Essa, è di fatto, una delle rappresentazioni più antiche e ancora molto sentite dalla popolazione che viene rappresentata folkloristicamente anche con spettacoli teatrali e musicali, in cui sono interpretate le vicende di Sant'Antonio e delle sue tentazioni, della sua lotta contro il demonio e del suo trionfo sul male.
Ci sono molti paesi che ne rappresentano le gesta con spettacoli caratteristici unici nel loro genere.
A tal proposito, il 28 gennaio 2018, alle ore 17.00, andrà in scena al Teatro “G. De Rentiis” in Piazza Marcinelle a Lettomanoppello (Pe), la 6° rassegna folkloristica abruzzese della rappresentazione di Sant'Antonio Abate con la partecipazione di alcuni tra i più importanti gruppi del Sant'Antonio provenienti dai territori limitrofi che si esibiranno nella propria tradizionale rappresentazione.
L'evento, organizzato dall'Associazione “Letto...a Teatro” di Monia Di Paolo, in collaborazione con “Donna e...” e col Patrocinio del Comune di Lettomanoppello, permetterà agli appassionati delle tradizioni folkloristiche locali e a semplici curiosi di poter assistere alla rappresentazione teatrale di questa antichissima festa popolare.
Cristiano Vignali – Agenzia Stampa Italia