Piemonte. Digital divide, UNCEM: bene l'avvio delle opere per la banda ultralarga, ma servono ulteriori sforzi per telefonia mobile e tv. Regione coinvolga gli operatori privati e il MISE
(ASI) "Comuni piemontesi incontreranno domani a Torino, su invito della Regione Piemonte, i rappresentanti di Infratel e Open Fiber per fare il punto sul piano Banda ultralarga ormai entrato nelle fasi progettuale e operativa. La Direzione regionale competitività che segue la partita ha invitato in corso Inghilterra, presso la sede della Città metropolitana, gli Enti che rientrano nella "fase 1", la prima delle quattro previste per l'attuazione del "Piano Bul", per il quale verranno impegnati solo in Piemonte 284 milioni di euro. "L'aggiornamento con la società del Ministero dello Sviluppo economico e il concessionario che eseguirà i lavori - spiegano i vicepresidenti Uncem Piemonte Paola Vercellotti e Marco Bussone - è molto importante in questa fase. Permette ai Comuni di capire come verranno effettuati gli interventi per portare la banda ultralarga direttamente nelle case, con le più moderne tecnologie. È un processo che accompagniamo, assieme ad Anci, da due anni, e per il quale chiediamo di proseguire e intensificare l'interazione di Mise, Infratel, Open Fiber e Regione con Comuni e Unioni montane". La pianificazione degli interventi, in montagna, deve essere infatti misurata su tutta la valle, raggiungendo tutte le frazioni e le "case sparse" nella definizione Istat. "Nessuno deve essere escluso - proseguono i vicepresidenti dell'Associazione - tantomeno per via del suo domicilio. Dobbiamo finalmente ridurre il divario digitale tra aree urbane e aree montane, non solo per la trasmissione dati".
La sfida più grande è abbattere il digital divide toccando anche telefonia mobile e tv. I dati del monitoraggio del Corecom sui canali Rai vanno aggiornati. "Purtroppo potrebbero essere peggiorati - evidenziano Vercellotti e Bussone - Se non fosse stato per le Comunità montane e oggi per le Unioni montane, milioni di tv nelle valli resterebbero forzatamente spente, sprovviste di segnale. 600mila piemontesi hanno difficoltà a sintonizzare i canali Rai, altrettanti le tv locali. La Regione Piemonte deve urgentemente fare pressione sul Mise affinché il problema venga estirpato. Servono per il Piemonte dai 100 ai 400mila euro per Unione montana. Da utilizzare per l'acquisto di nuovi ripetitori e per la manutenzione di quelli già installati. Anche per la telefonia mobile non possiamo più accettare che le compagnie raggiungano con loro servizi il 95% della popolazione, escludendo le fasce alpine e dunque centinaia di migliaia di persone. Mentre in città arriva il 5G, in molte zone montane si fatica a telefonare senza continue interruzioni di segnale. È un tema non riducibile a questioni tecnologiche e di ritorno degli investimenti, bensì parte della concretizzazione dei diritti di cittadinanza". E' quanto dichiara con una nota UNCEM Piemonte.
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