Due giorni in Italia. Prima l'incontro con Renzi, poi il discorso sull'alimentazione
(ASI) Milano- «Formeremo una nuova generazione di leader politici», questo l'impegno dell'ex presidente Usa Barack Obama, fresco di una due giorni a Milano per parlare di nutrizione ed ecosostenibilità. In realtà molti spunti sono nati dall'incontro con Matteo Renzi, appena rieletto segretario Pd ed ex premier italiano. «Abbiamo raggiunto un accordo sul clima a Parigi, abbiamo combattuto la disoccupazione negli anni successivi alla crisi economica, dobbiamo affrontare ancora la radicalizzazione e il terrorismo. Quello che mi preoccupa è che sono proprio le difficoltà giovanili a fomentare questi estremismi». Così Obama a Rho Fiera, sede dove si è tenuto il summit dell'innovazione alimentare.
«Come a Expo nel 2015, Michelle e io ricordiamo con piacere l'Italia, ci torneremo spesso», ha continuato l'ex inquilino della CasaBianca. Ora però il contesto politico è completamente diverso, sebbene Milano continui a essere un polo di attrazione, soprattutto sul tema della nutrizione. Obama è salito sul palco dopo l'intervento di Morgane, una diciottenne milanese che ha parlato del rapporto delle nuove generazioni con il cibo. Il programma però è stato voluto dallo chef e amico dell'ex presidente Sem Kass, uno dei collaboratori di Michelle nella campagna «Let's Move», contro l'obesità e per l'educazione alimentare fra i più giovani.
Qualche polemica sollevata alla vigilia del discorso per i tremila biglietti venduti a 850 euro. Non ci sarebbero stati altri modi per vedere uno dei più famosi cittadini statunitensi.
Fra le visite alla Pinacoteca Ambrosiana e al Cenacolo di Leonardo da Vinci, nell'incontro con Renzi e nelle conferenze stampa, Obama si è però tolto qualche sassolino dalle scarpe, con indiretti riferimenti alle politiche messe in atto dal presidente Usa Donald Trump: «Fa parte della democrazia avere idee diverse, ma sono sicuro che sull'accordo di Parigi sul clima l'amministrazione statunitense saprà andare nella giusta direzione».
Ha poi aggiunto: «Senza i migranti, anche italiani, gli Stati Uniti non sarebbero quel che sono. Hanno subito e subiscono discriminazioni, ma con fiducia e duro lavoro hanno reso l'America più forte. Abbiamo bisogno di una leadership che sappia far fronte a problemi globali. I profughi fuggono dal terrorismo e dalle carestie. Il problema dell'ambiente e del radicalismo sono collegati in fondo. Chiudendosi di fronte alla globalizzazione odierna e respingere i migranti non sono la soluzione. Senza le azioni politiche necessarie queste crisi potranno solo peggiorare».
Lorenzo Nicolao - Agenzia Stampa Italia