(ASI) Vittorio Veneto (TV) – Vittorio Veneto stava festeggiando un anniversario speciale, ossia i 150 anni della sua storia. Il tutto è stato interrotto da una serie di attentati incendiari e dinamitardi ancora ignoti, ma che hanno fatto salire il livello di tensione, in città e nel Paese intero. In appena 72 ore, la città è piombata in un assurdo incubo: sono stati compiuti attacchi contro il Municipio con le molotov, di notte, tra martedì e mercoledì, ed un ordigno artigianale composto di polvere pirica è scoppiato nella zona di Via Carducci nella notte tra venerdì e sabato.
Una cosa è certa: l’obiettivo non sono certo stati i festeggiamenti. Gli investigatori non escludono che la matrice sia la medesima, pur essendo state usate tecniche differenti. Atti dimostrativi, che potevano causare gravi danni soprattutto al Municipio, ma non opera di sprovveduti.
Il Ministro Alfano ha garantito al Sindaco di Vittorio Veneto, Roberto Tonon, che la città sarà sottoposta ad una ferrea sorveglianza, con un folto numero di forze dell’ordine. Il Viminale teme che vi siano in corso delle prove tecniche di una sorta di “Notte dei Fuochi”, come quelle degli anni ’50 – ’60 che caratterizzarono l’Alto Adige, seppur con finalità completamente diverse. Gli obiettivi degli attentati poterebbero essere il separatismo, in luce di un’autonomia reputata insufficiente, oppure la politica relativa ai profughi, o ancora, al traforo. Fatti locali, in quanto, al momento, non c’è ancora una specifica rivendicazione.
Ciò che però conta sono i fatti: in tre giorni, sono esplose quattro bombe molotov contro il municipio, poco dopo i festeggiamenti cittadini, e due ordigni in centro, uno dei quali posizionato contro la vetrina tricolore del negozio di proprietà della moglie del Senatore Maurizio Castro.
L’indipendentismo veneto è sì un’ipotesi, ma anche a Bologna, è avvenuta un’altra esplosione, davanti alla caserma dei Carabinieri. Ogni pista è possibile, ma come suggerisce il Presidente Zaia, bisogna conoscere la precisa origine. E questi fatti vanno “condannati senza se e senza ma”.
Un vero peccato che Vittorio Veneto non trovi la forza di festeggiare un anniversario glorioso come i suoi 150 anni, ma che si avvicini anche a al Centenario della Grande Guerra lacerata. Bisogna guardare oltre al referendum del 4 dicembre, e capire, per poi combattere queste degenerazioni della vita democratica.
Valentino Quintana per Agenzia Stampa Italia