(ASI) - Città' del Vaticano- Il pontefice ha ricordato, durante l'Angelus, la solennità della Pentecoste secondo il calendario giuliano seguito, dalla Chiesa ortodossa; con la celebrazione della divina liturgia a Creta, è iniziato il concilio Panortodosso, la riunione delle Chiese ortodosse, che si tiene ogni sette-dieci anni. Francesco ha poi invitato tutti a pregare per i fratelli delle chiese orientali.
Successivamente, il Papa ha menzionato la giornata mondiale del rifugiato, promossa dall'Onu domani, 20 giugno. Il tema, quest'anno, sarà "Con i rifugiati. Noi siamo dalla parte di chi è costretto a fuggire". L'impegno per costruire la pace nella giustizia è l'atto più importante e più urgente, per questo occorre stare con loro: incontrarli, accoglierli, ascoltarli.
Il pontefice ha poi salutato tutti, in particolare gli studenti della London Oratory School, i fedeli di Stoccolma, le comunità africane francofoni d'Italia, i fedeli di Benevento, di Corbetta e Cardano al Campo, ed infine i volontari del carcere di Busto Arsizio e, tramite loro, i detenuti.
"Sono bravi questi, sono bravi", così il Papa ha salutato il gruppo di ciclisti di Fermo, di Roma e di Codevigo, che portano in giro, per le strade, messaggi di solidarietà.
Commentando il brano evangelico di domenica 19 giugno, tratto da Luca 9,18-24, Francesco ha posto la domanda a tutti i fedeli di Piazza San Pietro: "Chi è Gesù per la gente del nostro tempo, per ciascuno di noi?". Il Papa ha ricordato che molte persone avvertono un vuoto attorno a sé e dentro di sé, altri vivono nell'inquietudine e nell'insicurezza a causa della precarietà e dei conflitti. Solo in Cristo è possibile trovare la pace vera e il compimento di ogni umana aspirazione.
Gesù poi si rivolge a tutti dicendo la frase ormai famosa "Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua". Il Papa ha sottolineato che la "croce non è ornamentale, né ideologica, ma è la croce della vita, è la croce del proprio dovere, la croce del sacrificarsi per gli altri con amore, la croce della disponibilità ad essere solidali con i poveri”. Nella croce si perde sempre qualcosa, per guadagnare qualcosa di ben più importante, ossia per salvare la propria vita.
Ilaria Delicati - Agenzia Stampa Italia