Unioni civili: ddl Cirinnà. Cos’è la stepchild adoption?

FAMILY DAY ASI(ASI) Roma – Polemiche e scontri in questi giorni tra partiti politici della maggioranza e dell’opposizione per l’approvazione del dll Cirinnà sulle Unioni Civili.


I giochi sembrano riaprirsi soprattutto considerando il voto segreto in aula che potrebbe riservare qualche sorpresa in vista dell’approvazione.
«Sono contrario al metodo della minaccia, sia per stile sia per tattica: dico solo al Pd di fare una scelta di buon senso. Togliete le adozioni e il similmatrimonio e prendetevi le unioni civili», queste le parole del Leader di NCD Angelino Alfano sul ddl Cirinnà, anche nel M5S continua il dibattito anche dopo l’annuncio del Leader grillino, che dal suo blog dichiara «libertà di coscienza» sulla stepchild adoption e sul voto finale del ddl Cirinnà.
Da Forza Italia, Gasparri afferma: "Si allarga il fronte di quanti ritengono che il tema delle adozioni debba essere stralciato dalla legge sulle unioni civili, abbiamo detto da tempo che un conto è regolamentare diritti delle convivenze tra persone omosessuali, altro è equiparare queste unioni al matrimonio violando l'art. 29 della Costituzione. Peggio ancora è aprire la strada alle adozioni gay con il rischio di incoraggiare la pratica dell'utero in affitto per accedere in maniera ostinata a una impossibile genitorialità".
La questione rilevante per l’approvazione è dunque il nodo legato alle adozioni e quindi alla stepchild adoption.
Cos’è la stepchild adoption?
La stepchild adoption (in inglese “adozione del figliastro”) o adozione in casi particolari è un istituto giuridico che consente al figlio di essere adottato dal partner (unito civilmente o sposato) del proprio genitore.
La stepchild adoption viene generalmente utilizzata quando due adulti formano una nuova famiglia ed uno di loro, o entrambi, portano un figlio avuto da una precedente relazione. Generalmente queste famiglie (cd. famiglie ricostituite) sono la conseguenza di divorzi, separazioni, famiglie mononucleari o della morte di un coniuge.
La stepchild adoption è consentita in Germania nelle forme simili alla versione italiana; mentre l'adozione piena e legittimante, aperta sia a coppie eterosessuali che omosessuali, è prevista nel Regno Unito, Francia,Spagna e Grecia. In Italia è istituita dal 1983 per le sole coppie eterosessuali sposate e dal 2007 anche conviventi.
L’adozione coparentale è prevista nel nostro ordinamento da trent'anni per le coppie eterosessuali e da un paio di anni si stanno verificando alcuni casi specifici per le coppie dello stesso sesso.
Nello specifico: In Italia l'adozione in casi particolari è disciplinata sin dal 1983 con Legge 4 maggio 1983, n. 184 "Diritto del minore ad una famiglia" e permette l'adozione del figlio del coniuge, purché vi sia il consenso del genitore biologico ed a condizione che l'adozione corrisponda all'interesse del figlio. E' previsto anche il consenso del figlio qualora abbia già compiuto i 14 anni. Nel caso sia tra i 12 e i 14 anni d'età il Giudice è tenuto ad ascoltare la sua opinione e tenerne conto.
Il procedimento di adozione non è automatico e si propone avanti il Tribunale per i minorenni che effettua un'indagine sull'idoneità affettiva, la capacità educativa, la situazione personale ed economica, la salute e l'ambiente familiare dell'adottante.
Sino al 2007, era ammessa solo per le coppie sposate: successivamente il Tribunale per i minorenni di Milano prima e quello di Firenze poi, hanno esteso questa facoltà anche ai conviventi eterosessuali, ritenendo in questo caso che fosse interesse del minore che al rapporto affettivo fattuale corrispondesse anche un rapporto giuridico, consistente in diritti ma, soprattutto, doveri.
In assenza di provvedimenti legislativi volti a tutelare i nuclei familiari ricostituiti, la magistratura italiana si è trovata a dover decidere su alcune richieste di adozione in casi particolari avanzata da alcuni genitori sociali nei confronti dei figli del loro partner dello stesso sesso.
Nel 2014 il Tribunale dei Minori di Roma ha riconosciuto di fatto la prima adozione omosessuale, permettendo a una donna di adottare la figlia naturale della compagna. Le donne si erano sposate in Spagna e sempre all'estero erano ricorse alla procreazione eterologa assistita per avere un figlio. Il tribunale si è basato sull'articolo 44 della legge sull’adozione del 4 maggio 1983, che la contempla in alcuni casi anche per le coppie non sposate. In particolare, “nel superiore e preminente interesse del minore a mantenere anche formalmente con l'adulto, in questo caso genitore sociale, quel rapporto affettivo e di convivenza già positivamente consolidatosi nel tempo”. La corte non ha quindi creato un nuovo diritto ma ha offerto copertura giuridica a una situazione già esistente, nell'interesse del minore.
In Italia, gli omosessuali con almeno un figlio erano stimati essere nel 2005 circa 100.000.
Nel censimento Istat del 2011 ci sono state 529 coppie che hanno dichiarato di essere omosessuali e con figli.
La situazione legata alle adozioni ha suscitato molte critiche, principalmente da alcuni movimenti a tutela della Famiglia: Pro-vita, La Manif pour Tous e le Sentinelle in Piedi.
I movimenti hanno dichiarato che questa norma se approvata potrebbe portare ad una compravendita di bambini dagli stati che lo permettono, tramite la pratica dell' “utero in affitto”, ossia la gestazione a conto di terzi, vietata in Italia.
“L’esperienza internazionale certifica che le unioni civili sono solo il primo passo nella direzione della rottamazione del matrimonio, per ridefinire ideologicamente la realtà della famiglia e sradicare le figure del padre e della madre”. È quanto denuncia Filippo Savarese, portavoce de La Manif Pour Tous Italia.
In occasione della prima approvazione in Commissione Giustizia del ddl Cirinnà che istituisce le “unioni civili tra persone dello stesso sesso” e disciplina le “convivenze di fatto”, La Manif Pour Tous Italia attraverso la mobilitazione generale del Family Day del 30 Gennaio con i suoi 50 circoli territoriali ha manifestato il proprio dissenso nei confronti del ddl Cirinnà.
“Chiunque si illude di aprire una breccia nel diritto di famiglia e di arginare allo stesso tempo il fiume in piena che preme dall’altra parte del muro – continua Savarese – o non ha capito che aria tira in Occidente o è un ipocrita connivente. In ogni caso non gli lasceremo sfasciare un patrimonio antropologico che vogliamo consegnare intatto alle future generazioni per il loro maggior bene”.
La Manif Pour Tous Italia ricorda che, richiamando l’esigenza di una legge, la Corte Costituzionale non ha imposto di riconoscere l’unione di fatto in sé, incidendo inevitabilmente sulla disciplina matrimoniale, ma di riconoscere i diritti individuali dei suoi componenti, cosa che la legislazione attuale in gran parte già fa. La Consulta ha smentito categoricamente che in tema di unioni omosessuali e famiglia sia da applicare il principio di uguaglianza, poiché, afferma la Corte, “le unioni omosessuali non possono essere ritenute omogenee al matrimonio”, in virtù della “(potenziale) finalità procreativa” che caratterizza solo quest’ultimo (sent. 138/2010).
Secondo La Manif Pour Tous Italia, l’equiparazione sostanziale delle unioni civili al matrimonio (di fatto una vera e propria forma di matrimonio gay) e l’attribuzione di “due padri” o “due madri” ai figli di uno dei due componenti dell’unione, introducono nell’ordinamento italiano il virus della teoria del gender.
Il movimento ritiene pertanto inaccettabile la stepchild adoption in quanto “Chiunque deve poter esercitare in pace e libertà il pieno diritto di condividere con altri la propria esistenza, ma ciò non significa avallare quel mercato dell’umano che priva in modo inaccettabile una persona del diritto di crescere con suo padre e sua madre, come fa proprio il ddl Cirinnà. La legge già prevede gli strumenti perché un genitore possa legittimare terzi alla partecipazione nella vita dei propri figli – dalla scuola alla sanità – senza tuttavia mettere in dubbio che genitori di un figlio a pieno titolo legale possano essere contemporaneamente sempre e solo un uomo e una donna. Tutti i limiti che la legge pone al rapporto tra un adulto e i figli del proprio compagno dello stesso sesso non sono affatto un’ingiustizia, ma il frutto di una situazione viziata all’origine dalla volontà della coppia di privare i figli del padre o della madre”.

Fonti:
http://www.lamanifpourtous.it/sitehome/
http://www.lamanifpourtous.it/sitehome/in-evidenza/unioni-civili-manif-pour-tous-italia-annuncia-mobilitazione-generale/
https://it.wikipedia.org/wiki/Stepchild_adoption

Edoardo Desiderio – Agenzia Stampa Italia

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