(ASI) Abruzzo - Grande agitazione tra i ù2No Trivù2, comitato che promuove il referendum anti-trivelle petrolifere (su cui la Corte Costituzionale dovrebbe dare il suo parere a gennaio 2016).
Secondo loro, l’annuncio da parte del Governo di rivedere la legge sui permessi di ricerca ed estrazione su terraferma e mare non convince affatto, tanto da far sapere che la considerano una vera e propria beffa per evitare il suddetto referendum.
Il fatto è che le modifiche che il Governo ha pensato di apportare alla legge di stabilità non bloccano definitivamente i permessi autorizzativi in corso, che vengono, per così dire, “congelati”. In poche parole, possono essere “scongelati” in qualunque momento tramite una nuova normativa da parte dell'Esecutivo e non servirebbe neppure ripercorrere tutto l’iter di approvazione della legge, poiché entrerebbero in vigore e basta.
Questa possibilità lascia sconcertati alcuni membri del comitato, che sta cercando di correre ai ripari, tra cui il costituzionalista Enzo Salvatore, che ha preparato sei quesiti da sottoporre alla Consulta, Alternativa Libera, Sel e Sinistra italiana, nonché ad alcune associazioni ambientaliste.
Vigili sulla questione delle “trivelle” anche Legambiente, Wwf e Greenpeace; mentre le dieci Regioni che supportano il referendum per ora restano “alla finestra” ad osservare gli sviluppi.
Ma il comitato non appare perfettamente unito, fattore che potrebbe avere un certo peso il 13 gennaio 2016, giorno in cui la Corte costituzionale dovrebbe prendere la sua decisione definitiva sul cosiddetto “Sblocca Italia”.
Nel frattempo, Alternativa Libera, supportata da Sel, ha proposto un subemendamento alla Camera, in base al quale per scongelare i permessi autorizzativi è necessario ripercorrere l’iter dall’inizio. Tale proposta potrebbe essere sostenuta anche dal M5s e da alcuni siciliani di Forza Italia.
Questo perché tra i progetti che potrebbero andare avanti ci sono quello dell’ Argo 2 al largo di Gela che ha già ottenuto i permessi di cui necessita e il cui giacimento è ubicato entro 12 miglia dalla costa e, ovviamente, Ombrina Mare, trivellazione progettata al largo di Vasto, in Abruzzo, e che attende solo l’ultima approvazione. Se ciò avverrà prima del nulla osta alla legge di stabilità, l’estrazione si farà.
Inoltre, è stato presentato anche un altro subemendamento da parte di Sel e Alternativa Libera che verte sulla reintroduzione del “piano delle aree”, atto a migliorare le attività petrolifere nella nostra penisola. Tale piano era previsto dallo “Sblocca Italia” ed è stato cancellato, per cui l’idea è quella di reintrodurlo e regolarlo al meglio, facendo in modo che della sua elaborazione si occupi la Conferenza Stato-Regioni su proposta del Ministro dello Sviluppo Economico, dopo aver sentito il parere del Ministro dell’Ambiente.
Queste, in definitiva, le proposte dei “No Triv” che desiderano tentare il tutto per tutto per salvare determinate zone ambientali.
Cristiano Vignali – Agenzia Stampa Italia