II parte del rapporto Federconsumatori sui costi degli atenei italiani – lauree triennali.
(ASI) Dopo aver pubblicato la prima parte del rapporto sugli atenei italiani (reperibile sul sito www.federconsumatori.it ), che fornisce un ampio spaccato sui costi delle rette delle principali università del nostro Paese, Federconsumatori ha realizzato lo studio relativo alle spese che deve sostenere uno studente di un Corso di Laurea Triennale fuorisede.
Le cifre emerse rivelano costi impressionanti per i circa 600.000 studenti fuori sede presenti in Italia:
- gli studenti fuori sede il cui reddito rientra nella II fascia (con un reddito ISEE pari o inferiore ai 10.000 euro annui) spendono in media 9.297,47 € annui affittando una stanza singola (+4,7% rispetto al 2011) e 8.000,75 € annui affittando una stanza doppia (+3,12% rispetto al 2011).
- gli studenti fuori sede il cui reddito rientra invece nella III fascia (con un reddito ISEE pari o inferiore ai 20.000 euro annui) spendono in media 9.613,45 € annui affittando una stanza singola (+4,18% rispetto al 2011) e 8.316,73 € annui affittando una stanza doppia (+2,59% rispetto al 2011).
In questa cifra sono comprese appunto le spese per la casa (non solo l'affitto, ma anche le bollette), per i trasporti, per i libri e per il materiale didattico e le tasse universitarie.
Spese che variano sensibilmente tra Nord, Centro e Sud: le spese più elevate si registrano nel Centro Italia (+9% mediamente rispetto alla media nazionale), soprattutto a causa dei costi degli affitti molto elevati.
Gli atenei del Sud, invece, risultano i più economici del 13% rispetto alla media nazionale.
Seppur decisamente minori, non sono certamente trascurabili nemmeno i costi da sostenere per mantenere un figlio all'Università in sede, vale a dire nella stessa Provincia di residenza, (costi relativi esclusivamente alle spese per lo studio):
- gli studenti in sede il cui reddito rientra nella II fascia spendono in media 1.504,04 €, il +11,72% rispetto al 2011.
- gli studenti in sede il cui reddito rientra invece nella III fascia spendono in media 1.820,02 €, il +7,78% rispetto al 2011.
Dallo studio emerge chiaramente che mandare un figlio all'università resta un investimento assai costoso per le famiglie, un impegno quasi insostenibile per i redditi bassi, diventato decisamente gravoso anche per quelli medi.
Un aspetto estremamente preoccupante, che rischia di minare fortemente il futuro e lo sviluppo del nostro Paese. È intollerabile che lo Stato investa così poco sui giovani, tagliando le già scarse risorse per le borse di studio e mettendo a disposizione alloggi universitari del tutto inadeguati al numero degli studenti fuori sede.
Oltre a cambiare rotta su tale versante, facendo in modo che le condizioni economiche non pregiudichino in alcun modo il diritto allo studio, è fondamentale avviare maggiori controlli sui redditi di coloro che percepiscono le borse di studio, spesso senza averne realmente bisogno.