(ASI) Antonello Venditti, Marco Pannella, Maurizio Costanzo, Federico Moccia, gli Zero Assoluto, Franco Frattini, Giulia Ingrao, Carlo Fuortes, il Piotta cosa hanno in comune? Sono tutti ex allievi del liceo classico Giulio Cesare.
Uno dei licei più importanti d’Italia, fatto ereggere da Mussolini nel 1934 nel quartiere Trieste, ha una storia particolare rispetto ai rivali del Tasso e del Mamiani. L’anima di destra e quella di sinistra si sono alternate nel corso della sua storia, forgiando politici, ma registrando anche fatti di cronaca rilevante. Una scuola di tradizione, severa che attorno agli anni del ’68 ha sviluppato una coscienza politica, che è durata fino agli anni ’90, per poi perdersi oggi. Quello che emerge dal documentario di Antonello Sarno è il forte elemento di identità, che caratterizza gli ex allievi, un senso di onore e di appartenenza, che va aldilà degli schieramenti politici e delle ideologie. Antonello Venditti, che è ormai la voce e la musica del liceo romano, con la sua canzone ce lo fa intuire pienamente, ma le immagini e i racconti dei protagonisti ce lo rendono ancor più chiaro. Un bellissimo viaggio di ricordi, di emozioni tra aneddoti, pagelle, lotte politiche, feste, incontri al bar Tortuca e al parchetto davanti per le questioni d’amore. Un’idea vincente che fa emozionare in particolare gli ex di tutti i licei classici. Tra versioni di latino e di greco solo gli ex “classisti” possono capire cosa vuol dire aver fatto il tipo di liceo più duro e formativo, che oggi è in netto calo di iscrizioni, ma al Giulio (così viene chiamato dagli studenti) c’è qualcosa in più, che lega e legherà per sempre tutti coloro che sono passati di fronte alla statua di Giulio Cesare”. La pellicola tornerà a casa domenica 26 in occasione della tre giorni di festa del liceo per i suoi 80 anni, dove allievi di oggi e di ieri si ritroveranno insieme, ancora più uniti “lì davanti a te, Giulio Cesare”.
Daniele Corvi - Agenzia Stampa Italia