“Conter” e “compter” sono infatti verbi francesi e derivano dall’unico verbo latino computare. Essi corrispondono in italiano, uno a “raccontare”, l’altro a “contare”. Quasi a dire: lingua e ragionamento, parole e numeri. Sentimento e ragione. Fantasie e certezze. Se vogliamo riferirci agli schemi scolastici: lingua materna e matematica. E come si diceva una volta: “leggere, scrivere e far di conto”. E ancora: classico e scientifico, scienze umane e scienze esatte. E qui rischiamo di non finirla più. Col pericolo di aprire la vexata quaestio (la tormentata questione), la eterna controversia. Che, stando alla scelta linguistica – che possiamo desumere dall’origine etimologica del verbo “computare” – sembrerebbe che i Romani avessero superato (o probabilmente mai assolutamente sollevata) se è vero che l’originario latino “computare” significa esattamente le due cose, indifferentemente.
Infatti computare è formato da cum+putare. Puto è il verbo che ha alla radice l’idea che noi esprimiamo col verbo re-putare (ritenere, stimare, valutare) rafforzata dalla preposizione cum (insieme), che indica la complessità del giudizio o più probabilmente la molteplicità delle soluzioni possibili.
Computare quindi è: contare e calcolare; ma anche leggere e raccontare. In ultima analisi “valutare attentamente e giudicare”.
Ma per restare dentro la lingua italiana che a noi, parlati competenti, più facilmente potrà mostrare l’evidenza di certe comparazioni semantiche, (cioè, ci consente più agevolmente di raggiungere la sospirata trasparenza) vediamo quante parole derivano dal verbo computare (o compitare, una variante che col tempo si è specializzata, spostandosi di significato). E in quale area semantica esse si trovano.
Oltre ai generici “contare” o “il conto”, vi sono computisteria, contabile, contabilità. Mentre compitare (che va a significare: leggere in maniera sostenuta puntualizzando sillaba per sillaba) contempla “compito” e “compitazione”, e accoglie nella sua specifica area semantica anche “racconto”.
Per finire una spiegazione anche della parola “calcolare” che noi usiamo come corrispondente del latino “computare”. Calcolare deriva da calculum, che significa pietruzza o più esattamente “piccolo calcare”. (Proprio come i calcoli della cistifellea!)
Perciò la parola “calcolare” nasconde la prima idea del computer, cioè quella di un ragionare con l’aiuto di un “mezzo materiale”, direi quasi meccanico, le pietruzze. Il pallottoliere primitivo. La prima macchina calcolatrice. Il primo cervello artificiale, a cui affidare la memoria elementare delle primitive operazioni di calcolo aritmetico.
Luigi Casale
Fonte: www.liberoricercatore.it
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