Una continua contrazione del potere di acquisto che ha determinato una modifica spesso radicale dei consumi e delle abitudini delle famiglie, costrette a tagliare persino la spesa alimentare (-4,6% solo nel 2013).
A peggiorare la situazione contribuisce la confusione ed il disorientamento creato dal Governo sul fronte fiscale.
I cittadini non sanno cosa ne sarà dell’IMU, della IUC, della Tares, della Tasi e via dicendo, non sono quindi in grado di programmare alcun tipo di consumo o di spesa.
Tutto ciò non fa altro che determinare un impatto estremamente negativo sull’intero sistema economico, costretto a fare i conti con una contrazione sempre più marcata della domanda di mercato, che determina una caduta della produzione e un peggioramento sul fronte occupazionale.
Per questo è fondamentale agire con determinazione per un rilancio degli investimenti per lo sviluppo tecnologico e la ricerca, nonché attraverso un processo di detassazione per le famiglie a reddito fisso, lavoratori e pensionati.
Inoltre è necessario e fondamentale fare un passo indietro sul fronte IVA, riportando l’aliquota al 21% (o meglio ancora al 20%). Non dimentichiamo infatti che, per effetti diretti ed indiretti, contando anche gli arrotondamenti, l’incremento IVA determina aggravi fino a 335 Euro annui per una famiglia di 3 persone.