(ASI)
Situazione sempre più drammatica nelle Filippine dopo il tifone Haiyan. Il presidente delle Filippine Benigno Aquino ha dichiarato oggi lo stato di "calamità nazionale". In questo modo, ha spiegato, il governo potrà controllare i prezzi dei beni di prima necessità e accelerare lo stanziamento di fondi d'emergenza. E il bilancio delle vittime è impressionante: secondo l'Onu, solo a Tacloban - la città più colpita - ci sono stati 10mila morti. Gli sfollati sarebbero 660mila. Inoltre stando alle stime dell'Unicef, ci sarebbero quattro milioni di bambini bisognosi di aiuto.
Difficile anche avere notizie. La Farnesina sta rintracciando gli italiani, ha detto il ministro degli Esteri, Emma Bonino, spiegando che ''alcuni di questi non si erano registrati sul sito, né si erano manifestati prima: siamo quindi stati allertati dalle famiglie ed è iniziata la ricerca in questo disastro''. Secondo l'ambasciatore d'Italia a Manila, Massimo Roscigno potrebbero essere una dozzina di persone. Dall'unità di crisi della Farnesina comunque non risultano, al momento, italiani coinvolti, ha detto il vice ministro degli Esteri, Lapo Pistelli.
"Per quanto riguarda gli aiuti - continua Pistelli - ho firmato stamani i primi provvedimenti di emergenza per cui l'Italia farà partire nelle prossime ore da Brindisi viveri, medicinali e attrezzature per l'emergenza. Si tratta di un valore totale di oltre 1,5 milioni di euro tra beni materiali e fondi alle agenzie che si stanno occupando dell'emergenza" ha aggiunto Pistelli. Intanto l'ambasciata italiana a Manila non è ancora riuscita a contattare alcuni connazionali, ''forse una dozzina'', la cui presenza è stata segnalata nelle zone colpite dal super tifone Haiyan.
Da Papa Francesco contributo di 150 mila dollari. Per aiutare le popolazioni colpite dal tifone, Papa Francesco ha disposto un contributo di 150 mila dollari: "Il Santo Padre Francesco, tramite il Pontificio Consiglio Cor Unum, ha stabilito di inviare un primo contributo di 150,000 dollari per il soccorso alle popolazioni", si legge in un comunicato del dicastero caritativo della Santa Sede. "Tale somma, che verrà ripartita attraverso la Chiesa locale nelle regioni maggiormente toccate dalla calamità, sarà impiegata a sostegno delle opere di assistenza svolte in favore degli sfollati e degli alluvionati, e vuole essere una prima e immediata espressione concreta dei sentimenti di spirituale vicinanza e paterno incoraggiamento del Sommo Pontefice nei confronti delle persone e dei territori devastati dalle inondazioni". Il Papa ha, poi, lanciato un appello su Twitter.
Emergenza aiuti. L'Unicef che sta accelerando l'invio di aiuti d'emergenza nelle zone delle Filippine devastate. "Vista la drammatica situazione, abbiamo deciso di aprire una campagna di raccolta fondi a favore dei bambini delle Filippine - ha detto il presidente dell'Unicef Italia Giacomo Guerrera - rivolgiamo un appello a tutti: è possibile donare tramite il sito Unicef.it e i consueti canali".
L'Unicef ha già mobilitato aiuti - in particolare cibo terapeutico per bambini, kit igienico-sanitari, acqua - per 3.000 famiglie delle zone colpite; non appena sarà possibile l'accesso, verranno distribuiti, con priorità nell'area di Tacloban. "Stiamo facendo più in fretta possibile per procurarci aiuti essenziali per i bambini che stanno sopportando il peso di questa crisi", ha detto il rappresentante Unicef per le Filippine Tomoo Hozumi. "Raggiungere le zone più colpite è molto difficile; l'accesso è limitato a causa dei danni provocati dal tifone alle infrastrutture e alle comunicazioni, ma stiamo lavorando giorno e notte per trovare modi per rendere disponibili più rapidamente gli aiuti per i bambini, non appena le condizioni lo consentiranno".
Save the Children lancia appello per raccolta fondi. Save the Children ha lanciato un appello di raccolta fondi globale di 30 milioni di dollari (22,3 milioni di euro) per rispondere all'emergenza soccorsi nelle Filippine, dopo la devastazione portata da Hayan, uno dei più potenti tifoni mai registrati, che ha colpito la parte orientale del paese l'8 novembre scorso. C'è infatti urgente bisogno di acqua pulita, cibo, generi di prima necessità, medicine, materiali per costruire rifugi, ma anche interventi di supporto psicologico, ha avvertito l'organizzazione.
A caccia di cibo. A Tacloban, gruppi di sopravvissuti al tifone si scontrano per accaparrarsi il cibo ancora disponibile. Lo riferiscono le autorità locali, nella città dell'isola di Leyte in cui secondo le fonti ufficiali il bilancio delle vittime arriverà a 10mila morti. Intanto, però, oltre agli alimenti mancano anche acqua e farmaci, per fermare la disidratazione e la dissenteria che stanno colpendo la popolazione. Grave la situazione anche per i feriti, che non possono essere ricoverati perché le strutture sono danneggiate o distrutte e non ci sono mezzi di trasporto per trasferirli.
(Repubblica)
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