Protagonisti del successo ottenuto dopo anni di sacrifici e di intenso lavoro, i due gruppi di ricerca coordinati dalla Prof.ssa Violetta Cecchetti e dal Prof. Benedetto Natalini. Fra i collaboratori i Professori Emidio Camaioni, Antonio Macchiarulo, Maura Marinozzi, Oriana Tabarrini e i Dottori, Maria Letizia Barreca, Andrea Carotti, Antimo Gioiello, Giuseppe Manfroni, Stefano Sabatini, Roccaldo Sardello.
Come ha voluto rendere noto il Prof. Natalini, “le ricerche portate avanti nel corso di questi anni sono rivolte allo sviluppo di nuove metodologie sintetiche, alla messa a punto di nuove procedure analitiche e alla progettazione, disegno e sintesi di molecole bioattive.”
La chimica farmaceutica 'perugina' ha saputo fare grossi passi avanti attraverso l'impiego di strumenti e tecniche, come la modellistica molecolare che ha consentito di studiare rigorosamente il comportamento delle molecole fornendo al ricercatore il mezzo per visualizzarle, per individuare nuove potenziali strutture dotate di attività biologica e per ottimizzare le proprietà di farmaci già esistenti. Determinante, a tal proposito, l'impiego di pc sofisticati che hanno permesso di realizzare calcoli sempre più complessi e veloci.
Di non minore importanza gli studi finalizzati allo sviluppo di nuove metodologie sintetiche (importantissime per la sintesi di molecole biologicamente attive)e la messa a punto di metodi analitici per testare la purezza chimica ed ottica delle strutture sintetizzate.
Possiamo affermare che la farmaceutica perugina indirizza la propria ricerca verso cinque aspetti: la caratterizzazione delle vie di trasduzione genomiche e non genomiche di acidi biliari, i nuovi agenti neuroprotettivi, gli inibitori delle pompe di efflusso batteriche, i nuovi agenti antivirali e gli agenti antiprionici.
Ad avere lunga storia nel campo della ricerca del capoluogo umbro anche gli studi chimico-farmaceutici sulla modulazione delle vie eccitatorie attivate dall'acido L-glutammico, principale neurotrasmettitore eccitatorio nell'uomo. Degna di nota anche la realizzazione di nuovi agenti antinfettivi in grado di combattere malattie provocate da batteri e virus e da agenti infettivi non convenzionali.
Ma il traguardo più importante raggiunto dagli studiosi del dipartimento perugino, anche grazie alla collaborazione con l'industria Mediolanum Farmaceutici Spa (MI), riguarda l'introduzione in terapia del primo chinolone antibatterico long-acting, il rufloxacin, indicato nel trattamento delle infezioni delle alte e basse vie respiratorie e delle vie urinarie.
Si deve sempre alla farmaceutica perugina la scoperta (in collaborazione con la School of Medicine di Detroit) di nuovi composti per fronteggiare le resistenze batteriche e le ricerche di nuovi farmaci per combattere l'AIDS, (infezione determinata dal virus dell'HIV), con il supporto di gruppi di fama internazionale del Rega Institute di Leuven (Belgio), dell'Università di Uppsala (Svezia) e del New Jersey Medical School di Newark (USA) edel CNR di Pavia.
Ed ancora, una più recente scoperta riguarderebbe i ligandi della proteina prionica come agenti terapeutici per le malattie neurodegenerative . A tal proposito, è stato individuato, in collaborazione con ricercatori della Boston University e dell'Istituto Mario Negri, un nuovo bersaglio farmacologico e una classe nuova di potenziali agenti terapeutici per le malattie da prioni, per il morbo di Alzheimer e per altri disturbi neurodegenerativi.
Non possiamo, inoltre, non considerare il contributo che la ricerca perugina intende dare per contrastare le malattie croniche di tipo cardiovascolare, oncologico e respiratorie, strettamente legate a un più lungo processo di invecchiamento delle società sviluppate.
Un traguardo importante, dunque e più che meritato quello raggiunto dalla Chimica Farmaceutica perugina che, nonostante la ridotta disponibilità di mezzi e di risorse, ha saputo ottenere il primato e si dichiara pronta ad affrontare nuove sfide.
Maria Vera Valastro- Agenzia Stampa Italia
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