Il nome della bocconiana originaria di Narni sarebbe stato reso noto dal collaboratore di Faustino Giacchetto (uno degli indagati) per motivare un bonifico di 3 mila euro emesso a beneficio di Sara nell'estate di tre anni fa quale pagamento per la cessione di materiale fotografico. L'uomo sosterrebbe tuttavia che lo stesso Giacchetto gli avrebbe fatto intendere che non si sarebbe trattato dell'acquisto di foto, bensì di una prestazione di tutt'altro genere.
La GdF ha individuato nel CIAPI (Centro Interaziendale Addestramento Professionale Integrato) il bancomat del giro affaristico. Secondo gli inquirenti, infatti, CIAPI avrebbe incassato oltre 100 milioni di euro in dieci anni, senza tuttavia provvedere al suo fine principale, ovvero favorire la formazione in virtù dell'occupazione. Cosa piuttosto singolare per un ente sul cui sito internet, alla voce 'chi siamo', appare la dicitura: "associazione senza fini di lucro".
Marco Petrelli - Agenzia Stampa Italia
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