L’uscita di Zigliotto potrebbe tradursi in una discussione seria e vera. Secondo il presidente di Confindustria Vicenza, “la compartecipazione dei lavori nelle aziende, può essere decisiva nei tempi di crisi”. Come quelli odierni, si può aggiungere. Se i sindacati quindi chiedono più “partecipazione”, secondo Zigliotto “si può fare, accettando anche la partecipazione stessa al rischio”. Sempre secondo il vicentino, “dividere onori ed oneri cambia mentalità”. Sicuramente, perché responsabilizza sia i titolari, che i dipendenti. Le decisioni strategiche aziendali verrebbero condivise, e la competitività crescerebbe.
Sarà possibile quindi schiodare certi “imprenditori” dal loro posto di controllo? Sì, se tutto ciò venisse preso in considerazione e discussione.
L’ottimismo dei sindacati, ad esempio, non è comune. Se Cisl e Uil si sono dimostrati, dopo le dichiarazioni, molto favorevoli, la Cgil ha fatto conoscere il suo dissenso. “No a formule d’ingresso nel capitale, ma solo forme di democrazia economica e codeterminazione con comitati di sorveglianza sugli investimenti e sull’organizzazione industriale”. Nulla di nuovo sotto il sole. D’altronde, la continuità ideologica tra chi ha cancellato per legge la socializzazione delle imprese nel 1945 si rimanifesta nel negare la cogestione delle imprese nel 2013. Per continuare magari a gridare “attenzione, c’è crisi”. Senza muovere un dito, ovviamente.
Valentino Quintana per Agenzia Stampa Italia
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