«La Kyenge io la chiamo negra. Altrimenti come vuoi chiamarli? Non è oltraggioso, è la solita ipocrisia»
Alla Zanzara di Radio 24 il comico genovese Paolo Villaggio non va per il sottile con le definizioni. La Kyenge è negra perché in fondo 'negro' appartiene alla lingua italiana sin dal medio Evo, un termine usato anche da Petrarca, Ariosto e Carducci.
Ma, si sa, nel XXI secolo 'negro' è una parola desueta o, se vogliamo, qualcosa che automaticamente viene circoscritto all'ambiente dell'intolleranza e del razzismo. Ma non per Villaggio, 'padre' ed interprete del ragioniere più sfortunato della storia: negra alla Kyenge? Non è offensivo, è solita ipocrisia.
Peccato che le licenze poetiche di Fantozzi fossero uscite dalla bocca di qualcun altro, magari di un politico di centro destra, avrebbero scatenato l'ira di Dio e fatto gridare mezza italia al ritorno di fiamma del nazismo.
E invece niente. La cosa, almeno al momento, pare passata in sordina.
E' giusto? Forse no. Anzi, senza forse, proprio no, poiché l'essere uomini di intelletto non vuol dire poter aprire bocca e darle fiato, sapendo peraltro di Marco Petrelli che nel paese in cui si vive anche il pane e la pasta arrivano ad avere un colore politico pur di provocare un gran baillamme su giornali e televisioni.
Il ragioniere della Bianchina non si è trattenuto manco sulla poligamia, quella pratica che, a dire della Kyenge, le ha permesso di vivere in una 'grande comunità': «Trentotto fratelli? - continua il comico - Colpa del padre e della sua attività sfrenata. Da quelle parti è l’unico divertimento, altrimenti sarebbe un pazzo, un maniaco sessuale. Per carità»
Una battuta di cattivo gusto, degna di un incappucciato del KKK del Mississipi. Anzi, pessima, come pessime spesso sono state le esternazioni della stessa Kyenge e anch'esse passate quasi sotto silenzio a causa di un perbenismo e di una ipocrisia galoppanti nell'Italia del 2013.
Caro ragionier Fantozzi, stavolta si è salvato dalla pubblica gogna ma faccia una cosa: alzi il dito al cielo e scriva di sé quel che scrisse del Megadirettore tra le nuvole...
Marco Petrelli – Agenzia Stampa Italia
ASI precisa: la pubblicazione di un articolo e/o di un'intervista scritta o video in tutte le sezioni del giornale non significa necessariamente la condivisione parziale o integrale dei contenuti in esso espressi. Gli elaborati possono rappresentare pareri, interpretazioni e ricostruzioni storiche anche soggettive. Pertanto, le responsabilità delle dichiarazioni sono dell'autore e/o dell'intervistato che ci ha fornito il contenuto. L'intento della testata è quello di fare informazione a 360 gradi e di divulgare notizie di interesse pubblico. Naturalmente, sull'argomento trattato, il giornale ASI è a disposizione degli interessati e a pubblicare loro i comunicati o/e le repliche che ci invieranno. Infine, invitiamo i lettori ad approfondire sempre gli argomenti trattati, a consultare più fonti e lasciamo a ciascuno di loro la libertà d'interpretazione