Secondo l’astronauta Nespoli, curiosità e bisogno di conoscenza sono le spinte prime necessarie a realizzare avventure di viaggi di esplorazione e di scoperte, dall’Odissea ai giorni nostri. Oggi i viaggi più difficili e complessi sono quelli spaziali, extraterrestri, cioè fuori dal nostro mondo, che svincolando uomini e cose dalla forza di gravità della terra aprono orizzonti e mete infiniti; in questo caso la parola infinito assume i significati di cifre quasi incomprensibili a mente umana, o meglio, comprensibili ad una ristretta cerchia di addetti ai lavori, per quanto riguarda la misura dello spazio e la durata del tempo per percorrerlo. Il relatore ha inoltre sottolineato che andare nello spazio è un investimento per il futuro, non una spesa a perdere, perché schiude possibilità di conoscenze nuove nella scienza, tecnologia e medicina, applicabili ed utili in questo mondo. In breve, le esplorazioni spaziali comportano ritorni secondari che hanno valori economici, educativi e di politica internazionale in quanto incoraggiano la cooperazione fra stati.
Straordinarie immagini dell'interno di stazioni spaziali e della terra vista dallo spazio hanno accompagnato le parole chiare e precise dell’oratore.
Per chi sognasse di esplorare lo spazio in missioni per ora inimmaginabili, ma possibili in futuro, ritengo utile riportare la conclusione dell’ intervento, in cui Paolo Nespoli ha elencato ciò che un candidato deve avere e fare per realizzare il suo sogno.
Avere: passione, coraggio, decisione, senso di sfida, perseveranza, disciplina, capacità di capire anche quando si deve disubbidire.
Sviluppare: conoscenza, forma mentis, preparazione tecnica, leadership/fellowship (capacità di guida e di appartenenza ad un gruppo) , etica ed integrità.
Consigli: procedere per piccoli passi, imparare dagli errori, senso di autocritica, non essere permalosi, guardare avanti, tenere i piedi in terra. Quest’ultimo consiglio profondamente vero anche se vagamente ironico per uno che vuole sperimentare l’assenza di gravità. Il futuro è nostro, dobbiamo solo osare sognare, pensare a cose impossibili, svegliarci e farle diventare possibili.
Evidentemente questo ultimo consiglio è valido per tutte le età, prima, seconda, terza ed oltre, visto che Paolo Nespoli ha sottolineato che John Glenn ha portato a termine un volo a 76 anni.
Emanuela Medoro