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A spasso lungo la 'linea del tempo' della Facoltà perugina di Farmacia. Un passato roseo, un presente a tinte fosche e... un futuro dai contorni sbiaditi

(ASI) Se parliamo di crisi economica in un'Italia che arranca e fatica a riprendere quota, non facciamo che ribadire un concetto ormai acquisito. Se, nello specifico, pensiamo alla forte contrazione della spesa per l'istruzione passata dal 25.7% al 20% e che ha investito il nostro Paese nell'ultimo anno e mezzo, ci rendiamo conto dell'allarmante stato di salute della bella Italia. Un'Italia ricca di potenziale ma povera di azioni volte al miglioramento delle condizioni di vita di chi la abita. É stato più volte ribadito dai nostri politici che un Paese che non investe sui giovani e sulla ricerca, é un Paese destinato a morire ma, nonostante tutto, non vi sono segni di ripresa e si continua su questa linea, con una maggioranza di ragazzi senza lavoro e, probabilmente, senza un futuro. Una gioventù che é sempre più stanca di buttare i soldi in un sistema scolastico e universitario che fa acqua da tutte le parti senza concedere speranze di occupazione e di realizzazione lavorativa.

L'onda della crisi ha investito anche l'università perugina che attraversa una fase storica delicata anche a causa dei recenti casi di cronaca di cui é stata teatro. Lo scorso ottobre il Magnifico Rettore, Francesco Bistoni, parlava di un presente dal colore rosa pallido... "é giunto il momento di considerare Perugia come una città universitaria, perché é una città di 160.000 abitanti dotata di quattro istituzioni che rilasciano titoli universitari. Bisogna considerare che queste quattro istituzioni sono tutte prestigiose, per cui dobbiamo attrezzarci per essere una città universitaria a tutti i livelli".

Ma, se 'ieri', una città come Perugia, aveva tutte le carte in regola per realizzarsi in tal senso, 'oggi' sembra doversi rassegnare ad un altro destino, perché le pagine dei quotidiani non la dipingono più  come il fiore all'occhiello di un tempo ma come una sorta di bronx  dove omicidi e  spaccio di droga a cielo aperto sono all'ordine del giorno.

Se 'ieri' Il capoluogo umbro era meta privilegiata dei tanti studenti fuori sede 'oggi' registra  una notevole flessione nel numero degli iscritti alle facoltà universitarie.  Per meglio comprendere le problematiche e le esigenze degli studenti perugini abbiamo  intervistato il rappresentante della Facoltà di Farmacia, Mario Fonsi, che fra pochi giorni vedrà scadere il proprio mandato e che ha voluto rendersi portavoce delle richieste  degli iscritti, esponendo le difficoltà ma anche i numerosi traguardi raggiunti grazie alla cooperazione fra professori e studenti.

 

Il calo delle iscrizioni universitarie é sicuramente frutto della pesante crisi economica che purtroppo ha investito anche gli atenei umbri. Qual é la situazione attuale della Facoltà perugina di Farmacia e cosa é cambiato rispetto a 'ieri'?

 

"Nella società odierna, la mancanza di finanziamenti ha notevolmente ridotto  la possibilità allo studio e alla ricerca. Penso che maggiori risorse economiche potrebbero dare una svolta decisiva per risolvere la crisi. Non apportando miglioramenti alle tecniche di ricerca non si ottiene il risultato finale e viene meno anche il lavoro. Nel corso del mio mandato da rappresentante ho avuto la fortuna di avere accanto due validissimi colleghi, Valeria di  Giammarco e Gianmarco Del Monte con i quali abbiamo creato una sorta di tela a maglie strette per ridurre il gap fra studenti e professori. Questo ci ha aiutato a risolvere parzialmente il problema economico, sfruttando risorse umane. .. Abbiamo cercato di migliorare la qualità del dialogo per risolvere le problematiche della facoltà, (la mancanza di aule adeguate e di apparecchiature che rendano più efficiente la didattica).

Purtroppo la nostra facoltà, come la maggior parte del resto, sta attraversando una fase critica in tema i iscrizioni. Penso che ciò sia da attribuire agli elevati costi dei servizi cittadini e, in parte, ai terribili  casi di cronaca nera verificatisi negli ultimi anni."

 

In qualità di rappresentante di Facoltà, Lei si rende portavoce delle esigenze dei suoi colleghi. Cosa chiedono gli studenti?

 

"Gli studenti chiedono aule adeguate, servizi e attrezzature efficienti, costi delle mense più accessibili. Basti pensare che non vi é una connessione wireless per tutto l'ateneo, ma solo il servizio bibliotecario che é piuttosto limitato e privo di pc e di testi  aggiornati. Noi abbiamo necessità di arricchire la nostra didattica e di crescere mentalmente. Non é concepibile che nel 2013 in una città universitaria le biblioteche facciano orari di ufficio e richiedano necessariamente una tessera affinché si possa usufruire dei servizi. Gli studenti desiderano avere gli strumenti per migliorare la ricerca o anche semplicemente per soddisfare la propria curiosità intellettuale. Gli italiani hanno un gran potenziale ma, se privati delle giuste attrezzature, non andranno da nessuna parte."

 

 

Abbiamo parlato della situazione attuale e abbiamo fatto accenno a ciò che si spera possa realizzarsi nel prossimo futuro... se dovessimo fare un focus sul passato .... quali traguardi sono stati raggiunti in questi anni, nonostante la difficile situazione economica?

 

"Se dovessi immaginare di fare una passeggiata sulla linea temporale, mi tornano alla mente i primi anni di università. Nonostante sia trascorso poco tempo da allora, sono cambiate tante cose: vi erano più possibilità economiche e ciò rendeva più tranquilli anche dal punto di vista psicologico. In questa fase di crisi, si riscontra un diffuso atteggiamento passivo che stiamo cercando di sconfiggere con l'aiuto di alcuni docenti, come la Professoressa Cecchetti, il Prof. Puccetti, il Prof. Natalini. Grazie al loro bagaglio culturale e all'apertura mentale che li contraddistingue questi docenti non si sono fatti 'insabbiare' dal 'momento no' e hanno cooperato con noi studenti per portare avanti la ricerca. Con grande orgoglio vorrei citare una mia collega, Gaia Vitali, che ha cercato con la sua tesi ( "L'innamoramento, una patologia che si può curare"), di dare una spiegazione scientifica all'innamoramento, che sarebbe avvertito dal nostro organismo come una sorta di depressione e pertanto curabile con una terapia farmacologica. Il lavora della collega evidenzia il potenziale di risorse umane che abbiamo ma che, purtroppo, non riusciamo a sfruttare sempre come vorremmo. Se la facoltà avesse avuto i fondi necessari forse il campo trattato dalla Vitali avrebbe potuto costituire una nuova frontiera di ricerca."

 

Quale percorso avete intrapreso voi rappresentanti con il supporto e la collaborazione dei docenti?

 

In questi anni abbiamo organizzato dei seminari, come quello sulla bioetica; un corso di primo soccorso con la croce rossa voluto dal collega Tommaso Felli e realizzato con il supporto del Professor Silvano Monarca. Tengo a precisare che questo corso é stato autofinanziato dagli studenti per ben quattro anni. Nel nostro percorso potremmo far rientrare anche il viaggio culturale alla fiera del farmaco prima a Bologna e poi a Roma, che quest'anno non verrà riorganizzato perché gli studenti dovrebbero sostenerne tutte le spese.

 

Sta per concluderai il Suo mandato di rappresentante. Se volessimo tirare le somme, si riterrebbe soddisfatto del Suo lavoro? Cosa si auspica per il futuro della facoltà?

 

"Per certi aspetti sono molto soddisfatto del mio operato ma non sempre le condizioni mi hanno permesso di realizzare tutto ciò che avrei voluto.

L'associazione studentesca della quale faccio parte ha sempre fatto rientrare il dialogo fra le priorità. É paradossale ma, spesso, uno studente del quinto anno non dialoga abbastanza con i nuovi iscritti. Noi abbiamo cercato di porre riparo a questo e in alcuni casi ci siamo riusciti, creando una sorta di tutorato rivolto agli studenti dei primi anni.

Anche noi rappresentanti abbiamo fatto i nostri errori, trascurando talvolta le richieste di alcuni studenti ai quali rivolgo le mie scuse. Purtroppo non si riesce ad  'arrivare' a tutti come si vorrebbe.

Sono comunque soddisfatto della mia esperienza e la consiglierei a chiunque. Auguro a chi prenderà il mio posto di andare avanti con determinazione e forza per portare avanti il percorso che é già stato intrapreso."

 

Maria Vera Valastro- Agenzia Stampa Italia

 

 

 

 

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