Così pensò Benito Mussolini nel 1932, anno in cui un bando nazionale attirò l'attenzione dei maggiori architetti del Paese verso la Conca per realizzare un'opera sopravvissuta anche alla guerra.
Mario Ridolfi e Mario Fagiolo ci misero sicuramente del loro realizzando qualcosa che all'eleganza dello stile unì anche una certa resistenza dei materiali al tempo e alle bombe aree cadute a migliaia durante Seconda Guerra Mondiale.
Arricchita, nel 1961, dai mosaici del Cagli la “Fontana di Ridolfi” ha subìto un ultimo restauro nel '95; poi il repentino declino che, nell'arco di 18 anni, ha ridotto la pavimentazione ad uno strato divelto e scolorito attorniato da un colonnato fatiscente sormontato da un pennone arrugginito (rimosso da mesi).
Maltrattata per lungo tempo dai suoi stessi concittadini, usata come 'cestino' per rifiuti o 'adibita' talvolta come pista da skate, la Fontana non ha retto all'urto del tempo e dell'incuria.
Secondo quanto riportato il 26 aprile dal quotidiano Umbria 24, l'assessore ai lavori pubblici Silvano Ricci sarebbe intervenuto sul problema sostenendo che “(l'Assessorato) ha deciso di non dar luogo a costosi interventi tampone, ma di puntare alla riapertura completa per il mese di luglio. Per quella data si conta di riattivare la fontana nella sua parte idraulica e di installare il nuovo pennone che andrà a sostituire quello rimosso perché fortemente deteriorato”.
Chiunque attraversi piazza Tacito noterà l'assenza di impalcature e ponteggi, segni tangibili di un'azione volta al restauro e alla riqualificazione di un'area. Niente lavori dunque? Secondo l'esponente Udc Michele Rossi (da anni impegnato nel denunciare il degrado dell'opera) l'intervento comunale potrebbe essere fittizio. E' lo stesso Rossi, sulla sua pagina Facebook, a sorridere (amaramente) del fatto che manchi addirittura il cartello indicante inizio e fine prevista del restauro.
Niente calcinacci, niente polvere sollevata da martelli pneumatici, niente operai che si danno il turno: la fatica di Ridolfi e Fagiolo giace lì, senza acqua, senza pennone, con vistose spaccature, vero colpo di grazia a mosaici che hanno perso anche il colore. Un simbolo di abbandono che, malgrado gli appelli di qualche ternano e le rassicurazioni dell'amministrazione, pare non smuova troppo le coscienze dei locali, ormai indifferenti non solo allo stato pietoso del monumento ma anche a chi, con sfacciataggine, fa ancora correre i figli attorno alla vasca o trova normale abbandonare sul bordo mozziconi, lattine e bottiglie.
Marco Petrelli - Agenzia Stampa Italia
Foto : Alessandro Marsili