Origine del metodo e conferme. Maria Montessori sviluppò in suo pensiero nell’ambito degli studi dei bambini e delle bambine con problemi psichici, arrivando a poter concepire l’educazione in termini più ampi e soprattutto rivolgendola a tutti i bambini. Ad oggi, le neuroscienze confermano come i suoi strumenti educativi (come quelli sopracitati) contribuiscano a creare un ambiente ottimale per l’apprendimento e lo sviluppo della creatività tramite l’attività ludica e la possibilità di sperimentare.
Caratteri e principi. È noto ormai che tale concezione nasca dall’idea che il bambino sia “maestro e padre dell’uomo e della civilizzazione”, soprattutto quando si parla della sua stessa educazione. Alla base dell’attività positiva e propositiva del bambino ci sarebbe infatti un “impulso interiore primitivo”- dice Maria Montessori -” quasi un vago senso di fame interna, che è la soddisfazione di questa fame che lo conduce a poco a poco ad un complesso e ripetuto esercizio dell’intelligenza nel comparare, giudicare, decidere un atto, correggere un errore”. La scuola deve ruotare attorno a tre elementi essenziali: un ambiente adatto a misura e a velocità di bambino diverso da quello alienante e “da adulto” delle scuole tradizionali; una maestra umile che non ha nulla da trasmettere al bambino, ma solo il compito di guidare il già naturale corso della natura rimuovendo gli ostacoli che potrebbero impedirne un totale dispiegamento e infine il materiale scientifico, che promuova l’educazione dei sensi e dello sviluppo intellettuale e morale.
Le “case dei bambini” di oggi. Nonostante la critica mossa a tale metodo di tenere troppo separato il mondo dei bambini da quello degli adulti si contano numerose le realtà di “case dei bambini” che stanno aprendo di asili e materne montessoriane e che portano avanti una pedagogia definita della brain based education che non vuole adattare il bambino al mondo degli adulti quanto piuttosto la scuola al mondo del bambino.
Alessandro Bulletti – Agenzia Stampa Italia