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(ASI) L'Aquila. Lettere in Redazione -Signora Rita Levi Montalcini, grazie di essere italiana, di aver parlato l’italiano  come lingua madre, di essere riuscita a sopravvivere all'orrore delle leggi razziali, ed alla cupa atmosfera del ventennio nazifascista.  Grazie per la sua intelligenza illuminante, per il modo come l’ha usata, per lo stile di vita, indipendente e libero nel realizzare la passione per gli studi.
Grazie per la bellezza fine e signorile, per la classe, la grazia e l’eleganza impareggiabili, intatte nella sua  terza età, miracolosamente lunga.

Grazie per aver dimostrato al  mondo che una donna può essere felice fuori dalle pareti domestiche, lo ha comunicato con il sorriso coinvolgente, lo sguardo penetrante, le  frasi intelligenti e colte, le risposte argute.

Grazie per la totale, gioiosa dedizione agli studi ed alla ricerca. Raggiungendo traguardi che segnano ed illuminano la nostra epoca ha indicato la via della scienza e della cultura a tante giovani donne.

Grazie per aver fatto capire, mi auguro al maggior numero di persone possibili, che il lavoro fuori casa della donna non è soltanto il secondo stipendio della famiglia, utile ad arrotondare le entrate. Il lavoro della donna può essere creativo ed utile alla società,  riconosciuto ed accettato in casa e fuori.

Grazie per attraversato con stile e  signorilità un’epoca di barbara, crescente rozzezza, di razzismo sempre più evidente ed ignoranza trionfante. Chiedo scusa per le volgarità da lei ricevute nel parlamento  che rappresenta tutti gli italiani. Le scuse sono sincere, non ho mai votato quelli che l’hanno offesa.  Grazie per avermi dato un po’ di orgoglio di essere una donna italiana.

 

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