L’incontro di carattere storico e culturale sarà curato dal professor Pietro Cappellari, ricercatore nettunese già noto alle cronache per il ritrovamento di una fossa comune nei pressi di Leonessa con decine di corpi di civili assassinati dai partigiani. Cappellari ha il ‘pallino’ per le pagine di storia meno note: ad Anzio ha infranto il mito di Angelita svelando si tratti di una beffa; in Umbria ha svelato luci ed ombre di una formazione garibaldina, la Antonio Gramsci. A Perugia ha voluto ricordare come il capoluogo umbro sia stato punto di partenza delle colonne di squadristi dirette a Roma. Un ricordo che non tutti condividono, in primis il governatore regionale Katiusha Marini, che, nel corso di un’assemblea a Palazzo Cesaroni, ha definito Marciare su Roma un’offesa “all’Umbria e alla sua tradizione antifascista e democratica”.
Polemiche a non finire, la stampa nazionale che ricama su un evento che in questi giorni sembra superare dentro e fuori i confini della regione l’appuntamento gastronomico legato al cioccolato.
Mentre il primo cittadino Boccali parla di convegno disgustoso “per celebrare un evento che per un Ventennio consegnò l' Italia ad una dittatura liberticida“ , una prima levata di scudi a beneficio di organizzatori e relatori arriva dal vice presidente PdL del consiglio regionale Andrea Lignani Marchesani.
Onorevole Marchesani perché difendere il convegno?
Non si tratta di una difesa di parte ma di principio: decidendo di vietare un convegno si finisce per cedere alle pressioni di quei gruppi che vogliono creare inutili tensioni e per contravvenire ad un diritto di opinione, diritto che gli organizzatori di MsR devono poter esercitare.
Qual è la sua posizione sull’argomento?
Un evento storico che non può passare in secondo piano e che rappresenta una delle tappe del percorso della nostra nazione. Una pagina di storia anche piuttosto recente che è legittimo sia studiata e approfondita, non relegata in un angolo.
Il sindaco di Perugia Boccali parla di apologia, mentre Katiusha Marini definisce MsR un’offesa all’Umbria …
Le rispondo con una battuta: con i nomi che portano Wladimiro e Katiusha la cosa non mi stranisce più di tanto. Me la conceda, un’uscita goliardica per sdrammatizzare.
Sdrammatizzare l’apologia o l’offesa?
Né l’una né l’altra. Si sdrammatizza semmai un allarmismo inutile e nocivo che ha portato una conferenza, che alla fin fine si svolge in un albergo del centro Italia, all’attenzione dei media nazionali. E per quale motivo in fondo?
Cosa ne pensa della mobilitazione di Anpi, Pd, Giovani Comunisti e altre sigle della sinistra?
Loro hanno il diritto di esprimere le proprie posizioni, ma anche il dovere di farlo senza nuocere alle altrui posizioni.
Cosa dà più fastidio secondo lei di questa manifestazione?
Non saprei proprio. Potrei dirle che tratta di un argomento ancora molto ‘caldo’ malgrado siano passati diversi decenni. E’ innegabile che la Marcia su Roma sia stato un capitolo importante del passato d’Italia, così come innegabile sia il consenso popolare del quale il regime ha goduto nei ’20 e nei ’30. Questi dovrebbero essere temi di studio e di analisi, non di contestazione tout court.
Marco Petrelli -Agenzia Stampa Italia
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