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(ASI) Friuli Venezia Giulia - Apprendo dal quotidiano Il Piccolo di Trieste che servono circa 18.000 euro per salvare la famosa Erma della Terza Armata, situata a monte della statale 14, al bivio con la 55. Essa è visibile anche da chi effettua il viaggio in treno per andare a Trieste, o sicuramente in macchina. Non la si può non notare, sopratutto per collocazione e valore simbolico. Situato, come specificato in posizione dominante, il manufatto in pietra ammonisce i viandanti: “Rispettate il campo della morte e della gloria”. Difatti, il teatro della battaglia è stato tra i più sanguinosi di tutta la guerra, a San Giovanni di Duino.

La motivazione del restauro, a mio avviso, non è delle migliori. In vista delle celebrazioni per il centenario dallo scoppio della conflagrazione, le associazioni di Duino – Aurisina con a capo il Lions Club, stanno agendo in concomitanza per avviare il recupero entro il 2014, sottraendo così un monumento ferito dal tempo all'attuale degrado.

Ebbene, c'è da chiedersi se si debba attendere una ricorrenza per far risplendere il nostro passato, o si possa agire comunque. L'Erma, eretta nel 1920 dagli uomini della Terza Armata, ha un valore unico, altamente evocativo simbolico, trattandosi di una zona sacra alla Patria. Parliamo delle pietraie insanguinate del Carso, non di Porto Marghera.

Non si dovrebbe attendere una ricorrenza per riportare al suo fulgore un'Erma sacra. Né tantomeno ci si dovrebbe interrogare: i fondi non dovrebbero essere privati, o associazionistici, ma dello Stato. E' chiaro che governi tecnocratici o comunque politicanti di professione non abbiano alcuna coscienza della propria nazione, storia, patria e cultura, e si azionano solamente a comando, come nella retorica per i 150° appena trascorsi.

La struttura portante del monumento, consiste in un parallelepipedo completamente rivestito in blocchi di pietra, con ai fianchi due altorilievi (fiaccola e gladio), è integro. Le infiltrazioni di 90 anni di attività stanno sfaldando la struttura, tuttavia.

Il cordolo di base risulta divelto da radici di arbusti già tagliati. E dunque andrebbe svolta innanzitutto una manutenzione della copertura, la pulizia dei conci, quindi la stuccatura e sigillatura, il consolidamento e rifacimento in pietra, nonché la ricolorazione delle scritte. Non è un grandissimo intervento, ma a quanto pare, servono 18.000 Euro. E contemporaneamente, nella veneziana Muggia, intendono onorare Tito, spendendo il nostro denaro, anziché porgerli all'Eroica Terza Armata. Basta questo per far capire in che tristi tempi viviamo.

Valentino Quintana per Agenzia Stampa Italia

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