A circa un mese dalla cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Londra, conclusesi in data 12 agosto, non possiamo dimenticare le emozioni che ci hanno procurato i nostri Azzurri e tanto meno i 'sassolini che ci sono rimasti nelle scarpe' e dei quali speriamo presto di riuscire a sbarazzarci!
Per alcuni atleti la sconfitta non si è limitata al campo sportivo ma è andata ad intaccare la dignità di uomo. Questo è il caso del giovane Alex Schwazer, medaglia d'oro nella 50 km di marcia a Pechino, risultato positivo al test antidoping e dunque 'protagonista in negativo' di questa edizione dei Giochi Olimpici. Scontato dire che questo scandalo ha suscitato clamore ed ha lasciato l'amaro in bocca a quanti credono nello sport e nei sani valori agonistici.
Ma lanciamo lo sguardo ai risultati di 'casa nostra' che, nonostante siano andati ben oltre le aspettative grazie alle 28 medaglie vinte, ci hanno procurato anche qualche dispiacere: a piangere lacrime amare è stato il mondo del nuoto costretto a salutare Londra con un pugno di mosche in mano... e che dire di questi traguardi non raggiunti e del valore che, paradossalmente, si nasconde dietro ad una sconfitta? Talvolta è superiore a quello di qualsiasi oro, perché perdere ogni tanto fa bene ed aiuta a tornare vincenti.
Ma ricordiamo gli Azzurri protagonisti di queste Olimpiadi e le 28 medaglie che si sono aggiudicati: le 8 medaglie d'oro sono andate a Elisa Di Francisca (fioretto individuale); Marco Galiazzo, Michele Frangilli e Mauro Nespoli (arco a squadre); Daniele Molmenti (canoa K1 slalom); Valentina Vezzali, Elisa Di Francisca, Arianna Errigo, Ilaria Salvatori (fioretto femminile a squadre); Jessica Rossi (tiro a volo); Andrea Baldini, Valerio Aspromonte, Andrea Cassarà e Giorgio Avola (fioretto maschile a squadre); Niccolò Campriani (carabina 3 posizioni); Carlo Molfetta (taekwondo).
Nove le medaglie d'argento per i nostri Azzurri conquistate da Arianna Errigo (fioretto individuale); Luca Tesconi (pistola da 10 metri); Diego Occhiuzzi (sciabola individuale); Niccolò Campriani (fucile ad aria compressa); Romano Battisti e Alessio Sartori (canottaggio due di coppia); Massimo Fabbrizi (tiro a volo); Clemente Russo (boxe, categoria massimi); Roberto Cammarelle (boxe, categoria supermassimi); pallanuoto maschile.
E infine 11 medaglie di bronzo portate a casa da Valentina Vezzali (fioretto individuale); Rosalba Forciniti (judo -52kg); Aldo Montano, Diego Occhiuzzi, Luigi Samele e Gigi Tarantino (sciabola a squadre); Matteo Morandi (anelli); Martina Grimaldi (nuoto di fondo 10 km); Fabrizio Donato (salto triplo); Vincenzo Mangiacapre (boxe 64kg): Mauro Sarmienti (taekwondo -80kg); pallavolo maschile; Marco Aurelio Fontana (Mountain Bike); ginnastica ritmica a squadre.
Considerando i brillanti risultati ottenuti nelle 'discipline delle armi' si è detto che in caso di guerra gli italiani potranno sentirsi al sicuro, come in 'una botte di ferro'. In risposta a queste ironiche battute l'orgoglio nazionale ci spinge a dire che le nostre Vere armi vincenti non sono state tanto il fioretto, la carabina, la pistola o le frecce quanto piuttosto il sano spirito agonistico e la lealtà sportiva, cose che incutono ancora più timore a chi ne è estraneo.
Niente doping, nessun gesto sleale da parte dei nostri atleti: lezioni di sport e lezioni di vita impartite dai 'maestri italiani' in questa XXX edizione dei Giochi Olimpici: fra questi è d'obbligo citare Marco Aurelio Fontana, il giovane brianzolo che, nonostante le condizioni sfavorevoli, ha regalato la prima medaglia all'Italia nella Mountain bike, percorrendo gli ultimi km senza sellino. Per lui un più che meritato bronzo che acquista il valore dell'oro.
Signorile e fiero il commento del pugile, Roberto Cammarelle, che si è visto sfuggire il primo gradino del podio nonostante l'evidente superiorità sull'avversario: due i round vinti, termina in parità il terzo ma la giuria assegna la vittoria al britannico Joshua e Cammarelle commenta: “tutti hanno visto tranne quei cinque. Siamo a Londra...organizzano loro!”
Un po' di rammarico lo abbiamo letto anche nello sguardo e nelle dichiarazioni delle 'farfalle'della ginnastica ritmica che si sono viste sfuggire l'argento solo per aver fatto cadere un nastro.
Storie di 'parziali' sconfitte sul campo ma di grandi vittorie nella vita, perché nello sport, come in altri ambiti, i traguardi che si raggiungono spesso prescindono dalle effettive prestazioni e capacità: arbitraggi sbagliati, giudizi parziali, mancanza di motivazione, sorte avversa, improvvisi cedimenti.. tanti i fattori che entrano in gioco e che determinano l'esito di una qualsiasi gara. Ma lo sport insegna ad accettare anche questo, anche le proprie fragilità, perché, come disse il leggendario campione di basket, Michael Jordan, “ é proprio sbagliando tanto che alla fine si vince tutto!” Quanto oro si nasconde dietro a queste parole!!
Non dobbiamo mai dimenticare il valore educativo dello sport e investire sempre di più in strutture che facciano ripartire il nostro Paese, consentendo ai ragazzi di praticare attività sportiva all'interno delle scuole in maniera adeguata anche in considerazione di un dato allarmante: ad oggi, infatti, i bambini italiani risultano essere i più grassi d'Europa e questo dovrebbe aiutarci a reagire e a dare le giuste priorità!
Lo sport non è solo quello che ci appassiona, spingendoci spesso ad insultare gli arbitri e le squadre avversarie, ma va inteso come il risultato di una sana filosofia di vita e di una mentalità pulita che ci insegni a gioire anche delle vittorie altrui e a condividere la felicità. Procuriamoci le 'armi giuste' per combattere una realtà corrotta, come quella del calcio, attualmente, e diamo spazio al valore universale dello sport, perché Volere è Potere ed è anche Volare!!
Maria Vera Valastro – Agenzia Stampa Italia