(ASI) "Fa caldo, governo ladro!". Sono le prevedibili ed istintive reazioni deglli italiani all'ennisima ingiusta gabella imposta da un esecutivo che - si ricordi - governa senza mandato elettorale.
L'Italia è sotto attacco dell' insopportabile afa, un clima torrido che sta soffocando da giorni l'intero Paese e, il "genio fiorentino" che cosa escogita come rimedio? Mette la tassa sui... condizionatori d'aria. La giustificazione qual è? Adeguare la propria legislazione a una direttiva europea. Una direttiva che ha il "nobile" scopo di tutelare l'ecosistema limitando l'immissione di anidride carbonica nell'atmosfera. Ma isignor il Renzi (e afFini europei) ignora la causa dell'inquinamento nel mondo, o no? Perché tutto questo deve ricadere sugli italiani, già spremuti da pesanti balzelli e da una gravissima situazione economica? Primo ministro (ineletto) ce ne spieghi il motivo.
L'assurdo è che: inquinano le grandi multinazionali e uno sviluppo industriale sbagliato, ma le tasse le pagano gli italiani.
Infatti, la direttiva in questione paragona i condizionatori agli impianti di riscaldamento, obbligando i proprietari a possedere un libretto di impianto, oltre a introdurre controlli quadriennali sui condizionatori stessi.
Tutto ciò si traduce in una spesa non indifferente per i cittadini: per il rilascio del libretto e del primo bollino per i condizionatori, si stima una spesa di 180 - 220 euro, che salgono a circa 300, se i condizionatori in casa sono più di uno.
A questi costi si aggiungono le ricadute indirette. Non dimentichiamo, infatti, che i condizionatori si trovano anche e soprattutto negli esercizi commerciali, nei ristoranti, negli studi di professionisti... la maggiore spesa a carico di questi ultimi sicuramente troverà modo di ripercuotersi sulle tasche dei cittadini. Sono previste delle multe salate per chi non è in regola: dai 500 ai 3mila euro per il proprietario dei condizionatori.