(ASI) Non accenna a migliorare la situazione in Libia, colpita dal dramma dell’alluvione nello scorso settembre. Oltre alle vittime della tragica calamità naturale, negli ultimi mesi un nuovo drammatico fenomeno coinvolge il Paese: “Si sta registrando la nascita del mercato nero dei trapianti – denunciano i vertici di Amsi, Associazione medici di origine straniera in Italia, e dell’Unione medica euro mediterranea.
La triste coinvolge particolarmente i bambini e ci sono diverse organizzazioni di stampo mafioso implicate nel traffico illegale”.
Secondo Amsi, alcuni cadaveri presentavano delle ferite nella regione renale e agli occhi, non riconducibili alle conseguenze dell’alluvione. “I familiari hanno denunciato gli episodi, facendo presente che i figli presentavano ferite inedite – prosegue Amsi –: si osservavano tagli orizzontali nella zona dei reni. A ora sono una cinquantina i casi di prelevamento degli organi dai cadaveri”.
Ma sono 100mila i bambini a rischio: “Molti sono soli perché hanno perso tutti i familiari e sono a rischio. Attualmente le organizzazioni criminali si avvantaggiano del clima di caos presente a Derma. I medici si stanno impegnando a denunciare il fenomeno ogni volta intravedono dei tagli recenti sui corpi, ma la situazione è difficile e si sta facendo ancora troppo poco per arginare il fenomeno”. Proprio per tutelare questi bambini Amsi lancia un appello affinché si accelerino i soccorsi: “Questo è necessario anche per combattere le malattie infettive, il colera e le quelle causate dalle zanzare”.
“Secondo i nostri medici locali in Libia la situazione è molto pericolosa, gli aiuti sono pochi e partiti in ritardo e coordinati molto male per colpa delle divisioni politiche. Sono arrivati 70 aerei, da 24 paesi e 8 navi ma servono medici specialisti (area emergenza, ortopedici, ginecologi, pediatri, psicologi), nonché infermieri. Mancano inoltre strumenti chirurgici, sangue e ospedali mobili. Inoltre bisogna assolutamente accelerare la sepoltura dei cadaveri dopo le identificazioni. Nei primi 2 giorni sono stati sepolti numerosi in fosse comuni o in tombe fai da te per nascondere i numeri reali della tragedia impedendo a tutti di entrare a Derna nei primi giorni. La nostra stima, tra morti accertati, scomparsi, cadaveri sepolti ed intrappolati sotto le macerie, è di oltre 25 mila in più e di almeno 50 mila sfollati”.
Foad Aodi - Agenzia Stampa Italia