(ASI) Da 14 giorni gli scontri tra le fazioni che si contendono il potere in Libia si susseguono e si intensificano ogni giorno. Gli USA hanno deciso la chiusura dell’ambasciata di Tripoli, trasferita armi e bagagli in Tunisia e le vittime aumentano ogni giornoSino ad ora si contano 97 morti e 400 feriti.
Il vento delle “Primavere Arabe” che ha scosso in tempi recenti il nord Africa, non ha certamente conseguito i risultati che gli “sponsor” più o meno occulti speravano dimostrando come le strategie della politica internazionale sia a volte nelle mani di dilettanti incompetenti e velleitari.
Un esempio lo abbiamo visto in Iraq, dove gli USA hanno abbattuto il regime di Saddam Hussein che perlomeno era in grado di tenere sotto controllo le fazioni e le tribù, senza considerare le conseguenze disastrose che la mancanza di un regime avrebbe provocato ( ed ha provocato ) in quel Paese.
Anche in Libia, quello che pareva un difficile equilibrio del “dopo Gheddafi” è esploso in una faida senza quartiere tra le varie componenti tribali e la cosa poteva essere facilmente prevedibile se solo si fosse tenuto conto della realtà etnica, politica ed economica di quel Paese anziché affidarsi ad analisi che si sono rivelate pressapochistiche e supeficiali!
Alessandro Mezzano – Agenzia Stampa Italia