(ASI) Longarone BL - La sera del 9 ottobre 1963, una delle peggiori catastrofi della storia recente del nostro Paese, si abbatteva sulla Valle del Piave. Una frana enorme, staccatasi dal Monte Toc, sulle Prealpi bellunesi, ai confini tra il Veneto e il Friuli Venezia Giulia, sprofondava nel bacino artificiale del Vajont, realizzato da poco mediante la costruzione di una voluminosa diga.
L’ondata di acqua generata dalla frana si riversava così nella Valle del Piave seminando morte e distruzione. Il paese di Longarone, situato proprio sotto l’enorme diga realizzata negli anni precedenti, venne cancellato dalla furia delle acque. Al suo posto, ne rimanevano solamente fango e detriti. Il bilancio della catastrofeeramicidiale: circa duemila morti.
“L’onda della morte. Le vittime sarebbero duemiladuecento”. Così titolava il Corriere della Sera di quello sventurato venerdì, 11 ottobre 1963. Un disastro avvenuto in pochi minuti: una valanga liquida era scesa fulminea dalla diga per la frana di un intero costone del Monte Toc. Un’ondata ciclopica, costituita da decine di milioni di metri cubi d’acqua e fango cadevano a valle. Scomparivano sette stabilimenti industriali, tra cui uno, quello della Cartiera di Verona con novanta operai.
Si poteva evitare? Il pericolo di una catastrofe simile era stato preannunciato, ma messo opportunamente a tacere. Tra le voci, ricordiamo Tina Merlin, all’epoca giornalista de l’Unità, che scriveva: “un’enorme frana di 50 milioni di metri cubi di materiale, tutta una montagna sul versante sinistro del lago artificiale, sta franando. Non si può sapere se il cedimento sarà lento o se avverrà un terribile schianto, in quest’ultimo caso, non si possono prevedere le conseguenze”.
Il 9 ottobre l’Italia onora la “Giornata nazionale in memoria delle vittime dei disastri ambientali e industriali causati dall'uomo”; in occasione del 60° anniversario della tragedia, il racconto di quel che è accaduto si moltiplica in un coro di tanti racconti per riportare l’attenzione su quello che ovunque potrebbe accadere.
Innumerevoli le iniziative che in tutta Italia sono state promosse per l'occasione. Il Sindaco di Longarone, Presidente della Provincia di Belluno e della Fondazione Vajont, Roberto Padrin, parteciperà alla cerimonia ufficiale alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, alle ore 12,00 presso la Diga del Vajont, 'Prima il fragore dell'onda, poi il silenzio della morte, mai l'oblio della Memoria'.
Ricordiamo tra i tanti eventi, lo spettacolo di Marco Paolini (e Gabriele Vacis), VajontS23, autore sempre attivo per la salvaguardia della memoria di questa tragedia che costituisce una ferita ancora oggi aperta. Un’azione corale di teatro civile, in contemporanea in oltre 130 teatri italiani.
Per l’elenco ufficiale delle manifestazioni in Veneto: https://www.culturaveneto.it/it/cultura-tradizione/tradizioni-e-culto/26479699-c48a-4ae5-b977-6401c940cdfb
Per il Friuli Venezia Giulia, coinvolto nella tragedia per i Comuni di Erto e Casso: https://www.regione.fvg.it/rafvg/cms/RAFVG/cultura-sport/attivita-culturali/FOGLIA13/articolo.html
Eventi descritti nel sito Fondazione Vajont: https://fondazionevajont.org/
Sul sito https://lafabbricadelmondo.org/è possibile trovare lamappa completa dei gruppi che hanno aderito e dei luoghi in cui VajontS 23 andrà in scena.
Valentino Quintana per Agenzia Stampa Italia