Alicante, Spagna – 25 marzo 2012 – Mentre francesi di Grouapma e gli americani di PUMA tengono duro in testa alla flotta, combattendo da molte ore contro vento e mare durissimi, CAMPER conferma di essere costretto a fare un pit-stop in Cile per riparare i danni e Team Telefónica deve rallentare per non rischiare di rompere. Oltre 900 miglia alle spalle dei leader Abu Dhabi ha passato il primo waypoint della zona di esclusione, ma è ancora intrappolato nell’alta pressione.
Il Pacifico meridionale continua a tener fede alla sua terribile nomea, con onde vicine ai 10 metri e raffiche di vento che raggiungono i 60 nodi di intensità. Ciononostante i due battistrada Groupama 4 e PUMA hanno aumentato il loro vantaggio sul resto della flotta, dopo aver passato il waypoint centrale della zona di esclusione dei ghiacci. Mentre CAMPER with Emirates Team New Zealand ha confermato che effettuerà un pit-stop tecnico a Puerto Montt, sulla costa occidentale del Cile per riparare i danni di cui è stato vittima negli ultimi giorni, anche gli spagnoli di Team Telefónica, in terza posizione, navigano con cautela e stanno valutando con più esattezza l’entità di un problema tecnico alla prua.
CAMPER era stato vittima tre giorni fa di un problema alla paratia di prua, che l’equipaggio aveva riparato, ma successivamente ha ceduto anche una delle strutture longitudinali dello scafo, necessarie alla tenuta complessiva del mezzo. Condizione che ha costretto la barca bianca e rossa non solo a navigare più lentamente nelle ultime 48 ore, ma anche a confermare la necessità di far rotta verso la terraferma. Chris Nicholson, lo skipper della barca in un collegamento telefonico satellitare ha dichiarato: “Siamo a 2.500 miglia dalla nostra destinazione, Puerto Montt sulla costa occidentale del Cile, circa 800 miglia a nord di Capo Horn. Non abbiamo sufficiente materiale per effettuare la riparazione in mare. Stimiamo i vorranno tre giorni per i lavori e poi potremo riprendere la navigazione verso Itajaì.” Chris Nicholson ha anche spiegato che i problemi tecnici si sono concatenati l’uno all’altro. “Abbiamo riparato la paratia, cercando di evitare che il danno diventasse più serio. La paratia garantisce molto supporto ai longheroni (le strutture longitudinali dello scafo) e la nostra priorità e fare in modo che questi non cedano. Sfortunatamente alcuni delle incollature del longherone secondario hanno ceduto. Quindi dobbiamo ragionare in termini marinareschi e riconoscere che non si può andare oltre.” Lo skipper australiano ha comunque confermato che il suo team riprenderà la regata il prima possibile, con l’obiettivo di raggiungere la linea del traguardo di Itajaí in Brasile. "Sospenderemo la regata quando saremo in prossimità di Puerto Montt, faremo i lavori necessari e ripartiremo. Pensiamo ci vorranno tre giorni.”
Anche lo skipper di Telefónica Iker Martínez ha confermato che l’equipaggio iberico è meno concentrato sulla parte agonistica ma sta piuttosto cercando di navigare di conserva per proteggere barca e uomini dalle condizioni terribili del Pacifico meridionale, per completare in sicurezza la tappa. “La sicurezza dell’equipaggio viene prima di tutto. Abbiamo avuto un problema alla prua che non vogliamo peggiori. E’ un peccato dover andare piano, non ci piace per niente, specialmente quando stiamo lottando. Ora la barca va bene, ma c’è il rischio che si possa danneggiare, e perciò abbiamo deciso di togliere il piede dall’acceleratore. Non ci sono dubbi che il Pacifico meridionale spinga i velisti ad essere prima di tutto buoni marinai. Qui ci si deve dimenticare di essere agonisti e si deve essere marinai, se si vuole arrivare in Brasile.”
Pur in prima posizione, con quasi cinquanta miglia di margine sugli inseguitori di PUMA, anche i francesi di Groupama hanno deciso di prendere le precauzioni necessarie, dopo oltre 24 ore di navigazione ininterrotta in venti di 30/40 nodi di intensità. “Certo, abbiamo messo il piede sul freno più che sull’acceleratore.” Ha detto lo skipper Franck Cammas. “Navighiamo in poppa ma il lato negativo è lo stato del mare, con onde ripide e incrociate che non ci permettono di andare più veloci. Prendiamo dei brutti colpi, è necessario andare più piano per preservare l’equipaggio e l’attrezzatura. Sappiamo di essere al limite, la struttura della barca è sottoposta a un carico enorme, non sappiamo con esattezza però quale sia il limite estremo. E’ molto stressante per il timoniere e l’equipaggio riuscire a portare la barca.”
Pur non inesperto di questo tipo di navigazioni Ken Read skipper di PUMA, attualmente secondo nella corsa verso Capo Horn ha detto: “E’ la seconda volta che navigo in queste zone ed è una tappa completamente diversa. La passata edizione abbiamo avuto qualche giornata brutta vicino a Capo Horn, ma nulla di più. Questa volta non c’è stato un attimo di tregua da quando abbiamo lasciato la banchina ad Auckland. Credo che i velisti di una volta direbbero che questa è una classica navigazione nel pacifico meridionale e nemmeno i cancelli della zona di esclusione fanno la differenza. C’è un sacco di vento, di onde, insomma quello che si trova in tutti i libri. In più si lotta continuamente contro la fatica, tutti questi colpi stancano, poi ci si abitua ad avere 40 nodi, il che fa un po’ paura.” Read ha comunque detto che al momento la sua barca non ha avuto problemi tecnici di sorta. “Sta reggendo in modo spettacolare. Mi piace pensare che siamo stati bravi a scegliere i momenti in cui spingere o rallentare. È molto facile lasciarsi sopraffare da queste barche. Se non si fa attenzione si può rompere facilmente, fortunatamente nei momenti peggiori la barca ci ha dato una mano e ha rallentato da sola.”
Mentre i leader combattono contro condizioni al limite, a oltre 900 miglia sulla loro poppa Abu Dhabi non è ancora riuscito a liberarsi dalla bolla di alta pressione e di vento leggero, pur avendo ormai passato il cancello orientale della zona di esclusione a 47° sud. Lo skipper Ian Walker ha detto che per il momento i quaranta ruggenti sono stati poco più che un miraggio. “Finalmente abbiamo raggiunto il waypoint e ora dobbiamo cercare di fare strada verso est. Purtroppo siamo in una bonaccia totale nel centro dell’alta pressione ma fra 24 ore dovremmo riuscire a uscirne e avanzare verso Capo Horn. Non possiamo fare a meno di guardare le posizioni e i bollettini meteo delle barche davanti e ci chiediamo se non siamo nel posto migliore.”
Quando si è entrati nell’ottavo giorno di regata, i leader si trovano a poco più di 4.000 miglia dal traguardo. Al rilevamento delle ore 15 (italiane) il francese Groupama 4 è il più veloce del lotto con 21 nodi e guida con un vantaggio di 47,9 miglia su PUMA, terzo è Telefónica a 120,4 miglia dai leader, mentre gli ispano/neozelandesi di CAMPER sono in quarta posizione ma a causa del notevole rallentamento per i problemi tecnici ora accusano un distacco di 298,4 miglia. Quinto rimane Abu Dhabi a 935,9 miglia. Team Sanya continua sulla via del rientro verso Tauranga, in Nuova Zelanda, dove si prevede possa arrivare a metà della prossima settimana.
L’andamento della tappa si può seguire con le notizie e la cartografia elettronica aggiornata ogni tre ore sul sito www.volvooceanrace.com
Per avere un’idea dello stato del mare in cui navigano le barche della Volvo Ocean Race si può vedere l’incredibile video girato a bordo di Telefónica:
http://www.youtube.com/watch?v=UrKQgJykdO4&feature=player_embedded
Posizioni al rilevamento delle ore 13 GMT (14 ora italiana) del 25 marzo 2012:
1. Groupama sailing team 4.029,3 miglia da Itajaí
2. PUMA Ocean Racing powered by BERG, +47,9
3. Team Telefónica, +120,4
4. CAMPER with Emirates Team New Zealand, +298,9
5. Abu Dhabi Ocean Racing, +935,9
6. Team Sanya, +2.180