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(ASI) A seguito della decisione della Rai in merito alla trasmissione  degli incontri di sport da combattimento, pubblichiamo il Testo della lettera redatta dal Presidente Franco Falcinelli e inviato ai vertici della Rai, nella persona del Dott. Luigi Gubitosi - Direttore Generale Rai

Egregio Dott. Luigi Gubitosi,

con riferimento alle nuove disposizioni in materia di trasmissione televisiva degli sport di combattimento Le faccio presente quanto segue.

In qualità di Presidente della Federazione Pugilistica Italiana non posso esimermi dall’esprimere il mio più totale dissenso in merito all’ultima direttiva della Commissione Coordinamento Palinsesti Rai, su indicazione della Commissione di Vigilanza Rai, che prevede l’embargo degli eventi pugilistici con messa in onda in seconda serata sulle emittenti di Rai Sport, nello specifico a partire dalle ore 22.30. Desidero invece ringraziare il Presidente del CONI Giovanni Petrucci per il tempestivo intervento volto a tutelare anche il pugilato come disciplina protagonista della storia dell’olimpismo e dello sport italiano.

Associare una disciplina sportiva ed olimpica come il Pugilato a manifestazioni di tipo violento è sconcertante e degna di una ignoranza culturale che la RAI in quanto servizio pubblico non può tollerare.  Inoltre quanto deciso dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e sancito nell’art.10 comma 2 “Tutela dei minori nella programmazione televisiva” della Legge del 3 maggio 2004 n°112: “Specifiche misure devono essere osservate nelle trasmissioni di commento degli avvenimenti sportivi, in particolare calcistici, anche al fine di contribuire alla diffusione tra i giovani dei valori di una competizione sportiva leale e rispettosa dell'avversario, per prevenire fenomeni di violenza legati allo svolgimento di manifestazioni sportive”, non fa riferimento né al pugilato, né ad altri sport di combattimento.

Un’interpretazione a mio avviso sbagliata di quelli che sono i parametri di una formale censura o forse semplicemente l’intuizione dettata da un retaggio culturale ormai obsoleto e fuori moda.

La pregherei di informare i suoi collaboratori che il pugilato  è lealtà,  educazione  al rispetto delle regole e dell’avversario, è verità della competizione ed è uno sport “pulito” da consigliare alle giovani generazioni per migliorarne le qualità morali ed umane.

Vorrei evidenziare quanto il Pugilato non sia stato mai protagonista di episodi di violenza sul campo, come invece siamo abituati ormai a vedere nell’ambito di altri sport. I casi di delinquenza attribuiti erroneamente a persone definiti tali solo perché “maneschi” sono ormai facilmente riconducibili ad una superficiale e distorta comunicazione.

Sulla scia dei successi che il Pugilato Italiano ha ottenuto ai Giochi Olimpici di Londra 2012, sottolineati a gran voce dalle emittenti Rai e riconosciuti dalle più prestigiose testate giornalistiche nazionali ed internazionali, che continuano ad evidenziarne sia il primato tecnico che etico-sociale, trovo illogico e fuori luogo, direi quasi paradossale, che il Pugilato venga penalizzato proprio da chi continua a fare audience con i nostri medagliati olimpici invitati in importanti trasmissioni RAI.

In qualità di Presidente della Commissione Tecnica e dei Regolamenti AIBA, posso affermare con certezza che il Pugilato a livello mondiale gode di grande considerazione perchè rappresenta una delle discipline sportive  più complete sia dal punto di vista psico-fisico che atletico e tecnico.

Moltissimi Paesi (Francia, Germania, Russia, Gran Bretagna, Marocco, Cina, Brasile, USA, tanto per citarne alcuni) hanno riscoperto i valori educativi dell'addestramento al  pugilato  e le scuole lo propongono come utile mezzo pedagogico per la formazione della personalità dei giovani d'ambo i sessi.

Anche in Italia, da molti anni, il pugilato educativo oramai è una realtà tangibile. Le esperienze avviate negli Istituti di Pena e Rieducazione di Firenze, Roma, Torino, Milano, Napoli e Airola e negli Istituiti Scolastici e nelle Università, con l’introduzione di corsi nelle scuole medie superiori e presso le Facoltà di Scienze Motorie, rappresentano per noi una vittoria culturale di grande importanza. Esempio della nuova considerazione umanistica della boxe è l’istituzione del Corso di Avviamento al Pugilato di 15 futuri sacerdoti al Seminario di Bergamo promosso da Don Alessandro Messi. Ma anche il Campionato Italiano Universitario ha un'altissima partecipazione di ogni CUS.

La canalizzazione dell’aggressività, l'incremento dell'autostima e dell'autocontrollo sono i capisaldi della cultura e della promozione pugilistica e contribuiscono efficacemente al recupero sociale della devianza giovanile. E vorrei sottoporre alla attenzione dei suoi collaboratori il comportamento di un nostro grande atleta, Roberto Cammarelle, all'annuncio dell'ingiusto verdetto nella finale olimpica. Mi riferisco all’applauso al pubblico londinese ed al suo avversario Joshua. L'espressione di quel fair play a cui dovrebbero ambire le future generazioni e che dovrebbe essere fonte di ispirazione per chi decide sui modelli educativi da proporre.

A “Londra 2012” con l'esordio olimpico del pugilato femminile, non più relegato ad un ruolo marginale, ha acquistato un grande spazio sia in ambito mediatico che sportivo. Siamo andati oltre il raggiungimento delle pari opportunità ed abbiamo dimostrato il valore tecnico delle atlete e la riconferma del pugilato come sport per tutti.

Per questo ho trovato alquanto discutibile la scelta di relegare in seconda serata la messa in onda in differita di un evento come i Campionati Italiani Femminili che per giunta era stato programmato nel palinsesto di Rai Sport in prime time.

Sono ancora incredulo per la spiacevole vicenda che apre le porte ad una discussione condivisa soprattutto da chi ama lo sport e lo pratica con grande passione. Un colpo basso al Pugilato Italiano che ha sempre collaborato con grande entusiasmo e disponibilità con Rai Sport instaurando un rapporto che negli anni ha permesso ad entrambi di crescere nel rispetto delle reciproche professionalità. Per questo ringrazio sentitamente il Direttore Eugenio De Paoli e tutto lo staff del Palinsesto e Produzione di Rai Sport, i giornalisti, in particolare la storica voce del pugilato Mario Mattioli.

RingraziandoLa per l’attenzione, Le porgo i saluti più cordiali.

Comm. Franco Falcinelli

Presidente della Federazione Pugilistica Italiana

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