(ASI) Sport - La guida dei Block Devils saluta dopo tre stagioni indimenticabili: “Sono stati anni eccezionali nei quali sia io che la società siamo cresciuti tantissimo. Per l’Italia e per Perugia questo è solo un arrivederci!” .

Siamo arrivati in fondo ad una stagione che difficilmente dimenticheremo. Lo abbiamo fatto ieri sera, uscendo sconfitti in gara 4 di finale scudetto per mano dei nuovi campioni d’Italia della Lube Macerata. E lo abbiamo fatto a testa altissima, dando il massimo e dimostrando la faccia migliore della Perugia del volley!

Questo è lo sport, c’è un solo vincitore e complimenti a Macerata che ha meritato il tricolore.

Ma la Sir Safety Banca di Mantignana Perugia ha vinto! Ha vinto il suo pubblico, meraviglioso, encomiabile, stupendo e correttissimo. Un pubblico tornato in massa al PalaEvangelisti e commovente per come ha sostenuto, sempre e comunque, i propri beniamini. Grazie!

Ha vinto la squadra, tredici atleti che hanno dimostrato che il cuore e la voglia di sacrificarsi giorno dopo giorno portano sempre grandi consensi e grandi risultati. Finale di Coppa Italia, terzo posto in campionato, qualificazione alla prossima Champions League, finale scudetto. Che dire… Grazie!

Ha vinto lo staff. Uno staff eccellente, unito, sempre al servizio dei ragazzi. Bino Rizzuto, Carmine Fontana, Carlo Sati, Gianluca Carloncelli, Francesco Monopoli, Giuseppe Sabatino, Daniele Checcarelli, Emilio Giusti, Federico Sportellini, Armando Sciacca. E tanti altri a cui vanno le scuse per non averli menzionati. Un team eccezionale. Grazie!

Ha vinto la società del presidente Sirci e dei suoi tantissimi, appassionati dirigenti. Qui è davvero impossibile elencarli tutti, ma dietro una macchina perfetta ci sono tante mani, tante persone, tanto tempo rubato al resto degli impegni. Grazie!

E poi ha vinto lui. L’uomo venuto dalla Serbia (come diversi altri nella Sir), l’uomo che ha cambiato la storia della pallavolo a Perugia. L’uomo grande prima ancora il grande allenatore. L’uomo dai modi gentili. L’uomo che in tre stagioni ha saputo entrare, in punta di piedi, nel cuore di tutta la città. L’uomo che ci ha portato lassù e che adesso si tufferà in una nuova, affascinante sfida. Ieri sera è stata l’ultima panchina (chissà in futuro? Del doman non v’è certezza…) con i Block Devils ed il tributo del PalaEvangelisti alla fine vale più di ogni parola. L’uomo, anche se ormai lo avete capito tutti, è Boban Kovac.

“Sono stati tre anni eccezionali”, dice lui con un sorriso contagioso. “Tre anni nei quali siamo cresciuti tantissimo insieme, la società ed io personalmente, con dei risultati che parlano da soli. Devo dire davvero grazie al presidente Sirci perché mi ha dato l’opportunità di poter allenare in Italia. Tre anni fa c’erano tremila allenatori con il patentino di terzo grado… la sua è stata una scelta coraggiosa che alla fine (sorride ancora Kovac, ndr) magari si è rivelata azzeccata”.

Ci vorrebbe il libro intero per passare al dettaglio le tre stagioni di Kovac a Perugia. Noi, per semplicità, scegliamo alcuni flash…

“Il primo che mi viene in mente è la vittoria a Corigliano nel primo anno, quella che ci ha fatto raggiungere l’importantissimo traguardo della promozione in serie A1. Ed il secondo è, la settimana successiva, la festa al palazzetto. Una festa bella, genuina, indimenticabile. Poi ovviamente scelgo i ricordi indelebili di quest’anno. La final fuor di coppa Italia a Bologna, con la vittoria in semifinale con Macerata e la finalissima del giorno successivo con Piacenza. E infine questi splendidi playoff. Dove sinceramente, scegliere una partita piuttosto che un’altra è piuttosto difficile”.

Già, questa stagione…

“Quest’anno secondo me abbiamo giocato la migliore pallavolo raggiungendo con merito due finali. È vero, le abbiamo perse entrambe, ma siamo stati gli unici ad arrivare in fondo in entrambe le competizioni. Senza dimenticare la qualificazione alla Coppa Campioni (la chiama così Boban, forse perché così si chiamava quando la giocava lui, ndr). Onestamente non so quale altra squadra in Italia al secondo anno di A1 sia mai riuscita a raggiungere questi risultati. Per questo ringrazio tutto il mio staff. Uno staff fantastico, dai dottori ai fisioterapisti fino agli scout, dal mio vice al mio preparatore atletico fino a Bino. Gente fantastica che mi ha dato molto e che ha avuto un ruolo chiave per creare un gruppo ed una atmosfera positiva che alla fine è stata vincente. Auguro a tutti loro ogni fortuna nella vita”.

Kovac ha saputo far scoccare la scintilla a Perugia. Giorni fa diceva “che adesso agli allenamenti vengono le stesse persone che seguivano le nostre prime partite in A2”. Ora si è accesa una passione inimmaginabile per la Sir. E questo è anche grazie a lui.

“Quando sono arrivato a Perugia ho detto subito che con umiltà, sacrificio e naturalmente risultati avremmo potuto conquistare il pubblico. Ed alla fine abbiamo portato al palazzetto non solo Perugia, ma forse tutta l’Umbria. Ieri sera non avevo parole. Vedere il palazzetto come si è presentato al nostro ingresso mi ha colpito molto perché sentivo passione ed amore nei nostri confronti. Non abbiamo vinto sul campo, ma questa sì è davvero una vittoria! A tutti loro posso solo dire grazie”.

Siamo ai titoli di coda. Lo aspetta la panchina della nazionale iraniana.

“Per me è una scelta importante. Vado in una nazionale che, sotto la guida del signor Velasco (dice proprio così Kovac e tanto basta per capire la grandezza del personaggio, ndr), ha già raggiunto traguardi importanti. Ora ne avremo altri ed altrettanto importanti da inseguire. Con una squadra di alto livello e con grandi potenzialità”.  

L’intervista più “difficile” di questi tre anni è finita, ma Kovac prima dice un’ultima cosa:

“Per l’Italia e per Perugia questo è solo un arrivederci!”.   Alla città di Perugia e alla SIR sono rimaste solo due parole da scrivere: GRAZIE BOBAN!


Redazione Agenzia Stampa Italia

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