(ASI) Barcellona - Marc primo anche nel circuito di Montmeló. Primo per merito, ma oggi anche un po’ per “grazia ricevuta” dalla caduta del fratello Alex. Senza questo evento viene da chiedersi se il risultato sarebbe stato lo stesso.
Qui però i ‘se’ e i ‘ma’ contano ben poco, perché Marc, pur avendo subito attacchi da Fabio Quartararo e Pedro Acosta nel primo giro di gara e avendo assaporato l’odore di un quarto posto solo per pochi attimi, è un deus ex machina, o meglio il 'deus cum moto Ducati', che chiude sempre sotto una buona stella.
Se fosse stato un eroe greco, lo avremmo chiamato Giasone. Quel Giasone alla conquista del Vello d’oro riuscito nella sua impresa grazie alla sua abilità, ma anche all’aiuto della maga Medea. Oggi per Marc l’intervento magico non è caduto dal cielo e non c’è stata nessuna maga. La magia è caduta dal fratello Alex che, pur dominando più di metà gara, con un vantaggio di più di un secondo dal 93, per eccesso di confidenza e per un calo di concentrazione, perde l’anteriore e si stende alla curva dieci a due giri dalla fine.
“Così vanno le gare, ero al limite e ho fatto un errorino, probabilmente per troppa fiducia, dato che mi sentivo molto bene sulla moto”. Poi, commentando la scivolata che gli è costata cara aggiunge: “Sono finito un metro e mezzo più largo, ci ho messo un po’ più angolo. Ma quando hai 1″2 di vantaggio e ti senti bene, la testa dev’essere sul pezzo e oggi mi sono rilassato troppo”.
Il fratello Marc, a fine gara, condisce la sua intervista con affermazioni che sembrano avere tutti i crismi di una captatio benevolentiae, confermando la superiorità di Alex a Barcellona: “Già dalle FP1 - dichiara a fine gara Marc - Alex era il pilota più forte in pista e io avevo già mollato, perché andava più forte. Oggi nel giro dov’è caduto, anche io ho rischiato di scivolare in Curva 7. Ci ho provato, il mio obiettivo era quello di essere vicino ad Alex e di provare ad attaccarlo alla fine. Ma quando vedi che uno va più forte, come sta facendo lui in questo weekend, devi accettarlo. Vedevo che era più forte e provare a seguirlo avrebbe significato quasi certamente incappare in una caduta".
LA GARA
Con le ali alle gomme, Di Giannantonio, partito sesto, al terzo giro supera Pedro Acosta e si posiziona quarto con avanti a sé Fabio Quartararo, per poi chiudere terzo dopo la caduta di Alex.
Al settimo giro, bagarre tra Luca Marini e Johann Zarco che la spunta sul pilota Honda, chiudendo settimo. Sempre in questo giro sventola la prima bandiera gialla per una scivolata di Franco Morbidelli che porta via con sé anche Jorge Martín.
Poco dopo Marco Bezzecchi viene colpito da Fermín Aldeguer. Il pilota italiano da subito mostra visibile dolore al braccio sinistro. Rientra nei box, ma al termine della gara si reca al centro medico dove gli vengono diagnosticate una contusione all’avambraccio sinistro e una all’anca sinistra, per fortuna senza fratture. A gara conclusa, il direttore sportivo, Michele Masini del team Gresini, si reca ai box Aprilia per scusarsi circa l’accaduto.
La terza bandiera gialla viene alzata, come detto al terzultimo giro, per la caduta di Alex. Un fine gara ben disputato tra i tre piloti KTM, Pedro Acosta, Enea Bastianini e Brad Binder che chiudono rispettivamente quarto, quinto e sesto posto.
IL CASO PECCO
Se ogni eroe greco era solito godere dell’appoggio degli Dei, la situazione è al momento più complessa per il pilota Francesco Bagnaia, che, partito ventunesimo, chiude in quattordicesima posizione. Pecco dichiara senza troppi giri di parole: “Faccio fatica”. Proprio come Ercole che affronta le famose dodici fatiche, verrebbe da dire. Ma se Ercole riesce a superarle con l’aiuto principalmente della Dea Atena, nel caso di Pecco viene da chiedersi in che modo la Dea Ducati possa riuscire a far uscire il suo eroe italiano da questa situazione di oggettiva difficoltà e di lampante mancanza di feeling ormai dichiarata da mesi.
“Sicuramente è uno dei momenti più difficili che ho attraversato. In passato non avevo ancora vinto, ma ora ho già ottenuto due titoli in MotoGP ed è più difficile riuscire ad accettarlo. Però è un qualcosa che bisogna fare per riuscire ad andare avanti” dichiara Bagnaia ai microfoni di Sky.
“Più di tutto mi ricordo il futuro” affermava il pittore surrealista Salvador Dalì che a Barcellona, dove si trovano i piloti della MotoGp questo fine settimana, di grandi opere ne ha lasciate diverse. E proprio a Barcellona c’è un Pecco Bagnaia che nel circuito di Montmeló l’anno scorso vinse il Gran Premio, dopo essersi steso nella Sprint del sabato. Ora il pilota piemontese deve cercare di guardare oltre. Oltre le difficoltà, oltre il tanto parlare che si sta facendo su di lui. Ad un campione della sua caratura, con le sue difficoltà, tecniche o personali che siano, Dalì forse consiglierebbe proprio di ricordarsi del futuro per dimostrare, non solo a se stesso, che lui, con la sua Ducati, ha le capacità “per tornare ad essere il campione che è” come ha affermato Dall’Igna ai microfoni di Sky.
DUCATI VINCE IL MONDIALE COSTRUTTORI
Con la Sprint di Barcellona, Ducati vive oggi una giornata ossimorica perché, sebbene da un lato debba ritrovare la sua pecorella smarrita, che sta vivendo uno dei suoi momenti più difficili, dall’altra, oltre ad avere Marc Márquez ancora una volta sul podio, ha da gioire per la vittoria del sesto titolo consecutivo mondiale costruttori, il settimo complessivo.
I RISULTATI DELLA SPRINT MOTOGP
La Sprint in Catalogna si conclude con Luca Marini ottavo, nono Miguel Oliveira e decimo Ai Ogura. A seguire Raul Fernández, Jack Miller, Joan Mir, Francesco Bagnaia, Aleix Espargaro, Alex Rins, Maverick Viñales e Somkiat Chantra.
Agenzia Stampa Italia - Benedetta Orsini Federici
*Fonte foto Fabio Quartararo MotoGP IG



