(ASI) Roma. Allo stadio Olimpico di Roma si affrontano nell'andata dei quarti di finale dell'Europa league la Lazio e la Red Bull Salisburgo. É il terzo confornto tra le due squadre, i primi due precedenti risalgono al girone di qualificazione di UEL del 2009/10 con doppia vittoria dei "bibitari" austriaci per 2a1.
Gli aquilotti di Mister Inzaghi cercano il pass per una semifinale europea che nella Capitale manca dalla stagione 2002/03, all'epoca solo il Porto di Josè Mourinho, che in 14 mesi avrebbe poi vinto tutto in Europa, riuscì ad interrompere la marcia vincente della "Banda Mancini".
Se dal quel doppio confronto i "tori rossi" sono ormai diventati la squadra più forte d'Austria, la Lazio attuale è lontana parente di quella che con Ballardini prima e Reja poi si salvò solamente nelle ultime giornate.
Come detto è un'altra Lazio e si vede.
Il tabellino finale reciterà 4a2 per la squadra romana che vede la semifinale anche se fra una settimana in Austria ci sarà da soffrire. Oggi però la festa è tutta per i 50mila dell'Olimpico che hanno assistito ad una partita spumeggiante con i biancocelesti che nel corso dei 90 minuti hanno confermato tutti i pregi, la capacità di andare in gol, e i difetti, una difesa spesso ballerina, della stagione.
La cronaca: parte forte la Lazio cui bastano appena 7 minuti per indirizzare l'incontro, Dusan Basta da dentro l'area crossa basso verso sinistra, Ciro Immobile cicca la palla ma ci pensa "l'uomo di coppa" Senad Lulic a mettere dentro. Capitolini subito in vantaggio.
Passano 20 minuti e l'arbitro concede un rigore, abbastanza generoso agli austrici, nel tentativo di anticipare il numero 9 Dabbur, Basta tocca leggermente il giocatore con un braccio. Gi austriaci pareggiano grazie a Berisha che trasforma la massima punizione. Sulle proteste oltre a Basta ammonito anche Lulic.
Il gol subito innervosisce i biancocelesti che inziano a commettere errori banali anche nei passaggi più semplici.
Al minuto 43 occasionissima per la Lazio, Lulic dalla sinistra lascia partire un corsso perfetto che Milinkovic-Savic manda incredibilmente a lato dellaporta difesa da Walke.
Nel secondo minuto di recupero la Lazio reclama un rigore per un contatto in area tra Ramalho e Luis Alberto, l'arbitro fa finta dinulla e ammonisce Parolo per proteste.
Nel secondo tempo, pronti via e la Lazio torna avanti, su una ripartenza "il mago" Luis Alberto libera Parolo che di tacco firma il 2a1 ed il gol numero 300 dei romani nelle competizioni europee.
Il gol a freddo stavolta blocca psicologicamente gli austriaci che accusano il colpo.
Al minuto 65 inziano i cambi nella Lazio entrano Felipe Anderson e Patric per Luis Alberto e Basta.
Al minuto 70 per gli austrici dentro Minamino e fuori Gulbrandsen. E proprio il nuovo entrato al primo pallone toccato, a tu per tu con Strakosha, pareggia i conti, dopo nemmeno 60 secondi dal suo ingresso in campo.
Passano appena tre minuti e Felipe Anderson prende palla a 40 metri dalla porta, supera 3 avversari prima di battere il portiere degli austriaci e riportare la Lazio avanti per la terza volta nell'incontro.
Passano altri due minuti, Leiva prende palla nel cerchio di centrocampo, avanza fino all'area dove serve Immobile che firma il 37simo gol stagionale. I cpaitolini servono il poker.
Al minuto 83 miracolo del portiere austriaco che toglie dalla porta un colpo di testa di Immobile servito da Lulic con un cross teso.
Nel primo dei tre minuti di recupero Patric, molto buono il suo impatto sulla gara, sfiora la cinquina con un bel diagionale che finisce di poco a lato
Formazioni
Lazio: Strakosha; de Vrij, Luis Felipe, Radu; Basta (65' Patric), Parolo, Leiva, Milinkovic-Savic, Lulic; Luis Alberto (65' Felipe Anderson), Immobile ( 85'Caiceido). All.: Inzaghi. A disp.: Guerrieri, Nani, Bastos, Caceido. Murgia.
Red Bull Salisburgo: Walke; Ulmer, Caleta-Car, Andrè Ramalho, Lainer; Haidara (80' Wolf), Samassekou, Schlager, Berisha; Gulbrandsen (70' Minamino), Dabbur. All.: Rose. A disp.: Stankovic, Onguènè, Leitgeb, Farkas, Pongracic.
Ammoniti: Basta, Lulic, Parolo (L) Schlager (RBS)
Fabrizio Di Ernesto - Agenzia Stampa Italia