(ASI) Perugia. La nave Perugia si incaglia sugli scogli della costa trapanese. Serse Cosmi tornava a Perugia in un momento topico del campionato del Trapani, messo in discussione dopo un inizio campionato non molte ombre e poche luci. Dunque, come da copione, il Trapani si è presentato abbottonato, con la linea di difesa a cinque praticamente in servizio permanente effettivo non appena il Perugia entrava in possesso di palla. Ma la squadra di Cosmi non è stata rinunciataria, ha provato a sorprendere i grifoni ripartendo velocemente e, nel primo tempo, le occasioni più nitide (due) sono state proprio per i siciliani.
Il Perugia ha sofferto, non è riuscito ad alzare i ritmi e, cosa che nel calcio è sempre fondamentale, a superare l'uomo negli uno contro uno. Unica soluzione, dunque, è rimasto il lancio in avanti più o meno alla cieca, ma i perugini hanno peccato di precisione e tempismo, mentre i trapanesi sono sempre stati lesti e più attenti, sia sulle prime che sulle seconde palle. Risultato, il Perugia ha sbattuto sul muro granata e ha anche cominciato ad innervosirsi come il matematico che non riesce a dimostrare l'assunto evidentemente (e inconsciamente) piantato nella testa dei grifoni, cioè che il Trapani prima o dopo cederà. Invece, anche nella ripresa non cambia la musica. Il Perugia rimane invischiato nella tela del Trapani, non riesce a sfruttare le fasce e in mezzo gli spazi sì chiudono sempre davanti ai portatori di palla biancorossi. Le cose vanno un po' meglio perché il Grifo riesce, ma solo a sprazzi, ad alzare i ritmi e perché gli ingressi di Ricci, Del Prete e Bianchi aumentano la qualità delle giocate. Niente di eccezionale ma, non a caso, su un cross come si deve dalla destra del terzino, Nicastro riesce a siglare di testa il gol del vantaggio a sei minuti dalla fine. Vantaggio non meritato, ma per questo ancor più prezioso e da difendere coi denti. Invece, il Perugia si impappina, si specchia, si incanta e permette a Coronado, anche lui subentrato nel secondo tempo, di pareggiare dopo neanche 120 secondi! La frittata rimanda il Perugia all'ennesimo test di maturità, sia per il gioco espresso, senza fantasia e giù di tono, sia per alcune prestazioni sotto la sufficienza, vedi Acampora e Imparato, per citarne solo due. Il Trapani, per la situazione in cui si trovava, doveva giocare così. E c' e anche da rivedere l'episodio del rigore nel recupero, reclamato dai siciliani ma non concesso dal direttore di gara. La squadra di Cosmi non ha rubato nulla sul piano del gioco, ma il Perugia le ha regalato il pari con una svista che attesta come il processo di progressione verso un equilibrio maturo nella gestione delle partite e delle singole situazioni, non è ancora completato. È fisiologico, ma occorre insistere nella crescita, per non perdere troppi punti per strada.