(ASI) Maturità, concretezza, equilibrio. Il Perugia mette in mostra l’altra faccia, quella cinica, quella che gli permette di lottare senza abbassare lo sguardo quando l’avversario lo mette in difficoltà. E di colpirlo nel momento in cui concede una mezza palla sporca.
Insomma, dopo il Perugia frizzante ma un po’ accademico degli inizi, quello senza troppi fronzoli, straordinariamente efficace delle ultime partite. Nelle quali la squadra di Bucchi è cresciuta sopratutto nella capacità di gestire i momenti e le situazioni diverse che una partita può proporre. Oggi, dopo una partenza sprint e tre occasioni in sette minuti, i grifoni hanno dovuto assistere al palleggio del Cittadella, squadra che corre, copre gli spazi, intasa le traiettorie. Per il Perugia il primo tempo è stato di una qualche sofferenza. Impossibilitata a costruire gioco da dietro per il pressing organizzato di veneti, la formazione di casa ha dovuto affidarsi ai lanci lunghi, ma senza troppa efficacia. Bucchi ha comunque poi detto che aveva preparato la partita arretrando volutamente il baricentro di una decina di metri, per far venire a avanti gli avversari e stancarli. Venturato, allenatore ospite, da parte suo ha cambiato le carte in tavola, anzitutto mettendo fuori Chiaretti, regista indiscusso, per rimpiazzarlo con Schenetti, peraltro ottimo in impostazione. Più fisicità per affrontare un Perugia che di solito gioca alto. Risultato di questi opposti tatticismi, un primo tempo senza pause, ricco di situazioni da gol nei primi 20′, e nella seconda parte, col Cittadella a palleggiare (pur senza creare pericoli, anche grazie alla prova da mastini dei difensori umbri, specie i centrali) e il Perugia ad aspettare. La ripresa inizia come il primo tempo: Perugia in avanti, conclusione di Dezi e, sul corner successivo, il gol di Di Carmine, lesto a seguire il pallone sul secondo palo. Situazione emblematica della ormai raggiunta capacità dei grifoni di leggere le situazioni e volgerle a proprio vantaggio con una concretezza prima sconosciuta. Dopo l’1-0 il Perugia ha controllato senza patemi, a parte una punizione a due in area inventata dal cervellotico arbitro Serra. E, su una ripartenza, ha colpito ancora con Samuel Di Carmine, in periodo di grazia (5 gol in tre partite) e applaudito con una standing ovation al momento della sostituzione con Bianchi (41′). E, a proposito di sostituzioni, è da sottolineare come chi subentra (oggi, nella ripresa, Buonaiuto per Nicastro al 18′ e Acampora per Zebli al 31′) è mentalmente e tatticamente pronto a interpretare il compito affidatogli, e a leggere la partita in sintonia con i compagni. Qui si vede la mano di Bucchi che è ovviamente soddisfatto, ma tiene ancora basso il profilo, sapendo che ora il problema è conservare questi progressi nella capacità giocare la partita in modo diverso nelle diverse fasi che essa propone. Doti che saranno importanti nelle prossime due partite a Benevento e con il Carpi in casa. Due partite per consolidare le certezze del Grifo che ha imparato a volare e non vuol smettere di farlo.
Daniele Orlandi – Agenzia Stampa Italia