(ASI) Perugia. La solita solidità, la solita mancanza di brillantezza. Il Perugia è capace di lottare, di difendersi anche con le unghie, e ha una sua quadratura di gioco. Mancano ancora la profondità e l’inventiva in mezzo al campo, e la capacità di trasformare in rete quanto costruisce.
Cioè le cose che dovrebbero essere messe a posto con il finale della campagna acquisti. Ancora imbattuto il Grifo, e di fronte c’era un’Alessandria manovriera e con personalità. Nella ripresa, specie dopo l’espulsione di Ricci, il Perugia ha sofferto qualcosa, rischiando in due circostanze. Nel primo tempo, fino al 20′ il Perugia si è rivelato capace di creare buone cose quando si è accesa la luce di Guberti. Ricci come regista è da rivedere perché, marcato a uomo dai piemontesi, non ha dato l’impressione di poter essere risolutivo in fase di impostazione e creazione. Troppo spesso ha dovuto rifugiarsi sugli esterni e il fulcro del gioco in mezzo, cioè nella zona nevralgica, è spesso venuto a mancare. In avanti, bene Buonaiuto, intraprendente, con Di Carmine al solito generoso, ma capace di divorarsi un gol clamoroso: d’altronde, si sa che non è una prima punta. La difesa ha mantenuto l’imbattibilità, anche se Volta sembra ancora indietro nella preparazione. In mezzo, da rivedere Brighi (comunque autore del gol decisivo) quando sarà in condizioni ottimali. Passato il turno, ora il Perugia è atteso dal Carpi, recentemente incontrato in amichevole. Servirà qualcosa in più di quanto visto finora per passare il turno. E chissà che quel qualcosa, almeno in parte, non arrivi a giorni dal mercato.
Daiele Orlandi -Agenzia Stampa Italia