(ASI) Una delle piaghe che colpisce maggiormente l'Africa (ma non solo) è quella dei bambini-soldato. Un fenomeno sempre più diffuso nelle zone colpite dalla guerra in cui si contano ancora più di 300.000 bimbi arruolati come dei veri e propri militari nei combattimenti.
La Lega Serie B e "B Solidale Onlus" - l'Organizzazione Non-Profit neo costituita dalla Lega – già da tempo avevano deciso di scendere in campo per sostenere la campagna di sensibilizzazione "Stop war... Play football" al fine di combattere la piaga dei bambini-soldato in Africa, e proprio in questi giorni è arrivato il primo concreto intervento con l'invio e la distribuzione di palloni da calcio e di abbigliamento sportivo nei paesi più colpiti dalla guerra. La prima area d'intervento è stata la Somalia, con questi materiali consegnati ai bambini di Mogadiscio in collaborazione con il Corpo Militare del Sovrano Ordine di Malta.
L'iniziativa è supportata e patrocinata da numerosi altri Enti ed Organizzazioni italiane ed Internazionali tra i quali il Corpo Militare dell'Associazione dei Cavalieri Italiani del Sovrano Ordine di Malta, Malta Football Association, l'Associazione Sant'Anna, Alto Patrocinio della Presidenza della Repubblica di Malta e Youth FA.
L'obiettivo è chiaramente dare un segnale di presenza e di attenzione verso delle zone in cui reclutamento e utilizzo di bambini soldato sono una delle più pesanti violazioni delle norme che regolano i diritti umani e, proprio in quest'ottica, il calcio diventa un meraviglioso veicolo per combattere questa piaga restituendo il ruolo del gioco a tutti quei bimbi che troppo presto vengono strappati alla loro infanzia.
II bambini se non muoiono nei combattimenti, vengono uccisi dalla droga, dalla violenza e dagli abusi sessuali subiti dai loro superiori dei gruppi armati. Sono 52 i Paesi del mondo che hanno ratificato il testo di Trattato sugli armamenti, adottato in sede ONU ad Aprile 2013 e già sottoscritto da 121 Stati (Con il deposito ufficiale di sette paesi aderenti: Argentina, Bosnia, Bahamas, Repubblica ceca, Senegal, Uruguay, Saint Lucia e Portogallo). I primi dieci esportatori mondiali di armi –Francia, Germania, Italia, Spagna e Regno Unitohanno ratificato l'ATT, mentre gli Stati Uniti (paese chiave anche in questo ambito) hanno finora solo firmato il testo. Ad oggi permane una resistenza alla ratifica da parte di grandi produttori di armi come la Cina, il Canada, Israele e la Russia.
Redazione Agenzia Stampa Italia