(ASI) Il suo volto non lascia trapelare emozioni, difficile scrutare nei suoi occhi qualunque tipo di emozione; stiamo parlando di Andrea Camplone, subentrato alla guida del Perugia al posto di Battistini nella stagione 2011 – 2012, non una grande accoglienza per lui che alle sue prime apparizioni in biancorosso viene contestato; di certo non un grande oratore, soprattutto di fronte le telecamere; testardo, ostinato e riservato, accetta le critiche senza mai ribattere; a parlare saranno i fatti.
Camplone a fine stagione porta il Perugia ai play off , sfortunati certo, al Curi Pagliari punisce i biancorossi frenando così il sogno Serie B. Anche in questo caso Santopadre non accetta una simile "disfatta" – si fa per dire ndr – decide così di non riconfermare un incolpevole Camplone per Lucarelli che invece la piazza osanna, il nuovo tecnico fa la squadra ma già prima dell'inizio del campionato l'aria non sembra essere quella per andare in paradiso, così il presidente dopo aver riflettuto a mente fredda, prende la saggia decisione di richiamare Andrea Camplone, ma la piazza mormora, Santopadre non si tira indietro prendendosi di fronte ai tifosi la responsabilità della propria decisione, decisione che poi si dimostrerà vincente; il tecnico abruzzese non delude e dopo aver fatto fuori gli avversari colpo su colpo a suon di bel calcio, porta il Perugia in Serie B diretta, ottenendo il primo posto, senza passare per i play off; non finisce qui poco dopo vince la Supercoppa contro la Virtus Entella, altra promossa della stagione nell'altro girone. Dopo nove anni di astinenza grazie anche a lui, e ovviamente al presidente, che molto ha dato e sta dando a Perugia, nel calcio che conta. Non finisce qui, all'inizio della serie cadetta, Camplone stupisce tutti, dimostrando di saper far giocare la squadra, vince anche contro le squadre più blasonate, collezionando 9 punti nelle prime tre gare, poi una serie di pareggi, un vortice senza uscita dal quale Camplone e compagnia non sembrano riuscire a venir fuori, la squadra gioca bene, mostra un ottimo calcio, ma ogni volta una serie di episodi fortuiti negano il bottino pieno al Perugia che pure lo avrebbe meritato, poi la sconfitta pesante di Carpi che punisce i Grifoni vincendo per ben 4 reti a 0. Da qui la messa in discussione di un tecnico che sotto la maschera da duro che si era creato, nasconde una grande personalità, assumendosi ogni volta le responsabilità delle proprie scelte, scelte che lo porteranno a trascorrere un Natale non troppo sereno, vista la sua panchina traballante, ultima possibilità nella gara interna di fine girone di andata contro il Cittadella, stavolta i Grifoni tirano fuori gli artigli lottando con una cattiveria – ovviamente agonistica – e una grinta mai viste prima eppure tanto chieste da Camplone, al primo goal il Curi esplode, e poi quel gesto, l'intera squadra titolare e la panchina si stringe attorno a lui il "gigante buono" che con tenacia e grande forza caratteriale ha portato il Perugia in Serie B senza mai essere eretto ad artefice del compimento di un'impresa da giganti, ma i giganti si sa non si inchinano al vento nonostante questo sia avverso.
Erika Cesari – Agenzia Stampa Italia