(ASI) La prima volta non si scorda mai. La Supercoppa italiana è il primo trofeo vinto da Pirlo come allenatore. Forse sarà la fortuna del principiante o l’inizio di tanti altri trionfi, tuttavia almeno il temutissimo “zero tituli” in stagione è stato superato.

Considerando che in campionato sembra una questione milanese, che con molta probabilità in semifinale in Coppa Italia ci sarà sempre una delle due squadre di Milano e il cammino in Champions è irto di ostacoli e avversari ben più forti della Juventus, Pirlo si può consolare così, rinsaldare la panchina traballante e accantonare la disfatta con l’Inter. Una vittoria strappata all’amico fraterno Gennaro Gattuso, che si sono ritrovati per la prima volta ai lati del campo come allenatori. Gattuso propone un 4-2-3-1, recuperando Petagna, supportato dal trio Lozano, Insigne e Zielinski, con una mediana a due con Demme e Bakayoko, con in difesa Di Lorenzo, Manolas, Koulibaly e Rui davanti a Ospina, mentre Pirlo viene aiutato dalla sorte e nonostante la squadra fosse già partita per Reggio Emilia, Cuadrado successivamente negativo al Covid-19 si è aggregato. Nonostante le due settimane di assenza Pirlo rischia e questa è stato il colpo del destino. Davanti a Szczesny, vanno Cuadrado, Bonucci, Chiellini e Danilo, a centrocampo Chiesa, Arthur, Bentancur, McKennie e davanti Ronaldo e Kulusevski. Umori diversi Gattuso viene dal 6 a 0 alla Fiorentina con lo show di Insigne, Pirlo dalla sconfitta pesantissima con l’Inter.

Il primo tempo è molto equilibrato, dove la Juve tiene bene il campo e il possesso palla, ma incide poco. Il Napoli nella prima mezz’ora su cross di Demme, trova un’imbucata in tuffo di Lozano, dove Szczesny si supera grandemente con i riflessi e salva i suoi. Ritmi blandi, partita corretta, difese ben coperte, attacchi poveri di idee con il solo Insigne che cerca di creare qualcosa.

Nella ripresa Chiesa rimane negli spogliatoio per il solito problema della caviglia ed entra Bernardeschi. Pirlo alza il baricentro e converte il 4-4-2 in un 3-5-2 di contiana memoria con Arthur più avanzato e coperto da Bentancur e McKennie. Questa è la svolta tattica, il brasiliano finora in ombra dà saggio della sua tecnica e delle doti di palleggio, stoppando palloni difficili e verticalizzando tra le linee su Kulusevski e Cuadrado. Al 63’ allarga benissimo sul colombiano, Cr7 prova la conclusione, ma viene deviata in angolo: è il preludio al goal. Un buon Bernardeschi, entrato bene in partita, calcia l’angolo, il pallone carambola su Bakayoko e Ronaldo si trova di fronte a Ospina per il vantaggio bianconero. Il Napoli subisce il colpo. Per diversi minuti la Juve tenta il raddoppio con Arthur sempre a dirigere i giochi e Cuadrado e Bernardeschi a spingere. In una delle poche ripartenze del Napoli McKennie recupera un pallone, Mertens (subentrato a Petagna) si frappone fra il pallone e il piede in un rilancio e viene colpito. L’azione prosegue, l’arbitro non concede nulla, ma su sollevazione dei napoletani va al Var e concede il rigore. Al ’81 il momento che può cambiare la partita. Insigne sul dischetto calcia a sinistra, spiazza il portiere, ma la palla va fuori. Gattuso ci crede ancora cambia modulo con un 3-2-5 inserendo l’ex Llorente e Politano per Demme e Rui. Il Napoli prova l’assalto e da un cross di Lozano parte una conclusione ma ancora una volta si supera Szczesny che salva i suoi. Anche Ospina tenta l’avanzata davanti, ma la Juve tiene e Cuadrado al ’95 recupera un pallone, si fa tutto il campo e serve Morata, da poco subentrato a Kulusevski, per il definitivo 2 a 0.

Sorride Pirlo. Sorride la Juve, per una vittoria importante che arricchisce la bacheca e che potrebbe auspicare a una svolta in questa difficile stagione. Pirlo vince come Conte al primo tentativo la Supercoppa (Allegri di 5 ne ha perse 3 compresa la prima) e segna un punto a favore di Sarri che l’ha persa malamente contro la Lazio segnando l’inizio del declino bianconero, che portò a un sofferto scudetto e al suo esonero. La Supercoppa potrebbe segnare un punto di svolta stavolta in positivo. Pirlo ha gli stessi punti che aveva Allegri nella stagione 2015/16, per quanto Milan e Inter sembrano molto agguerrite e la Juve soffre di grandi cali di concentrazione. Buone indicazioni sono arrivate da Bernardeschi, finalmente con una bella e decisiva prestazione, Cuadrado assolutamente leader e protagonista e Arthur, l’oggetto misterioso, che si scopre essere il centrocampista con più classe e tecnica soprattutto se messo in mezzo in un centrocampo a tre, così come Bentancursta meglio in mediana in uno a tre che vagare nel nulla con Rabiot in uno a due. Su Arthur il noto agente Fifa Sabatino Durante lo ha più volte paragonato a uno Xavi, ma per esaltarne le qualità servono compagni che lo assistono o che gli agevolino la giocata: Cuadrado e Kulusevski gli hanno permesso di allargarsi e la copertura di Bentancur e McKennie di alzarsi e costruire la manovra. Complimenti alla Juve, ma stia attento a cogliere le indicazioni Pirlo che può intanto festeggiare il primo trofeo da allenatore, in attesa di qualche rinforzo dal mercato. In pole Scamacca, ma occhio a quel Llorente subentrato nel finale, che piace molto all’ex compagno Pirlo.

Daniele Corvi per Agenzia Stampa Italia

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