(ASI) Di promesse nel mondo del calcio ce ne sono a bizzeffe, alcune mantengono le aspettative, moltissime altre finiscono nel dimenticatoio a strettissimo giro di boa.
A volte però si ha la sensazione di trovarsi di fronte ad un predestinato, perchè quando la consapevolezza nei propri mezzi è inversamente proporzionale all'età ed il tocco di palla è quello tipico dei campioni, il successo è quasi assicurato. E Nicolò Zaniolo rientra senza dubbio nella ristretta cerchia dei predestinati.
Lo si poteva intuire già nelle stagioni passate, quando faceva la differenza con le giovanili della Fiorentina prima e dell'Inter poi (con la parentesi Entella nel mentre), entrando a far parte progressivamente di tutte le rappresentative nazionali dall'under 18 a salire.
Poi nell'ambito dell'affare Nainggolan la società nerazzura ha deciso a malincuore di privarsi del suo talentino inserendolo come contropartita nella trattaiva. Monchi e soci seguivano Zaniolo già da tempo, ma probabilmente nemmeno loro potevano immaginarsi di ritrovarsi tra le mani un crack di tali proporzioni.
Tra i primi a rendersi conto del suo immenso potenziale è stato Roberto Mancini, che i primi di settembre ha deciso di inserirlo tra i convocati per le sfide di Nations league con Portogallo e Polonia, nonostante Zaniolo a quel momento non avesse ancora esordito in serie A. Quel giorno l'Italia ha conosciuto il suo nome, qualche tempo dopo avrebbe iniziato a conoscerlo per le sue immense doti tecniche e atletiche. Già perchè il baby centrocampista nato a Massa il 2 luglio del 1999 pare aver tutto, una sensibilità di piede caratteristica dei fuoriclasse, una progressione impressionante abbinata ad una stazza fisica imponente, nonchè una padronanza nelle giocate e nelle scelte che raramente appartengono ad un ragazzo di 19 anni.
Vedendolo partire palla al piede si ha la sensazione di vedere il primo Kakà, mentre la sua lucidità in fase di rifinitura riporta la memoria al Rui Costa della Fiorentina. Rispetto ai sopracitati però, Zaniolo vanta una struttura fisica più possente, che gli permette di resistere all'urto sia sullo stretto che sul lungo e lo rende pericolosissimo anche nell'area avversaria, da qui l'ormai abituale paragone con Paul Pogba.
Centrocampista moderno a tutti gli effetti, Zaniolo ha già dimostrato di saper segnare di tocco, di potenza e da fuori, il tutto senza difettare nell'assist grazie ad una visione di gioco notevole.
Insomma a lui pare affidato il futuro del centrocampo giallorosso e con ogni probabilità della nazionale italiana.
Alessandro Antoniacci - Agenzia Stampa Italia