(ASI) Luci a San Siro per quello che si appresta ad essere uno dei derby più importanti delle ultime stagioni, anche perché la stracittadina tra rossoneri e i nerazzurri, si è trasformata in una partita quasi “normale”, priva di valore per l’alta classifica. Purtroppo è tutto vero, squadre ben lontane dal lottare per la conquista dello scudetto, ed anche per questa stagione, devono accontentarsi di guardare l’avvincente duello tra Juventus e Napoli.
I tempi di Castagner e Liedholm, di Rumenigge e Virdis, di Trapattoni e Sacchi, dei tedeschi contro gli olandesi, sono ormai ricordi lontani, anche se per nulla sbiaditi. E ci fermiamo qui, per non fare un tuffo all'indietro ancora più lungo, ai tempi di Helenio Herrera, Suarez, Jair, Peiron e sul fronte opposto Nereo Rocco con Rivera, Albertino Bigon, Lodetti e Prati. Incredibile ma vero sembrano terribilmente lontani anche i tempi di Ronaldo e Weah, di Mourinho ed Allegri, ma, a onor del vero, qualcosa rispetto al recente passato, è mutato. L’Inter, il cui obiettivo principale è la conquista di un posto in Champions League, attualmente è quarta in classifica, mentre il Milan è attardato di sette punti dai cugini, ma in netta e costante ripresa. Se i nerazzurri, dopo una partenza sprint, hanno inanellato una serie di pareggi che ne hanno frenato la marcia, i rossoneri, rinvigoriti dalla “cura Gattuso”, hanno ripreso a macinare gioco e a conquistare punti. Il blitz dell’Olimpico pone il Milan in una posizione di leggero vantaggio nel pronostico, ma solo per i positivi e, per certi versi, sorprendenti risultati conquistati in questo scorcio di stagione. Guai a sottovalutare la “Beneamata”, che pure è apparsa in balìa del Benevento per almeno un’ora, confermandosi squadra “pazza”, come recita il suo inno, e, volendo scomodare l’intramontabile ed indimenticabile Gianni Brera, “squadra femmina, quindi passionale”. Da qui se ne ricava che anche per questo i tifosi nerazzurri ne sono perdutamente innamorati. La storia dell’Inter insegna infatti che non bisogna mai considerarla spacciata in partenza. Lo sa bene Gattuso, che ha mutato il Milan, rendendolo non solo piacevole da vedere ma anche pragmatico. Cutrone, giovane speranza, sta divendano una certezza, grazie ad importanti capacità tecniche e ad un fiuto del gol appartenuto solo ai più grandi. Cutrone, così come Davide Calabria, sono la dimostrazione di quanto sia importante pescare dai settori giovanili, anche in chiave azzurra, per il bene della Nazionale Italiana. Il Milan sembra proprio aver trovato la quadratura del cerchio, ciascuno sa cosa fare, e soprattutto farlo bene. E l’Inter? L’ago della bilancia è Icardi. Eder, bravo, disponibile e dotato di buona tecnica, non possiede lo stesso istinto sotto rete. Rafinha non è ancora pronto, dunque spazio a Borja Valero e Vecino, con Candreva trequartista. Questa è l’innovazione tattica sulla quale lavorerà Spalletti, dopo averlo provato con risultati buoni contro il Benevento. Non potendo contare ancora su Dalbert, Spalletti è obbligato a rilanciare Santon. In ogni caso, per dirla con Vecchioni: “Luci a San Siro, che c’è di strano, siamo stati tutti là”.
Raffaele Garinella-Agenzia Stampa Italia