(ASI) Torino.Bella ed allo stesso tempo cinica.
Spettacolare ed in egual misura concreta.
In un colpo solo la Juventus che batte una Lazio apparsa per molti tratti di gara remissiva, ritrova le solite certezze venute meno nella trasferta di Firenze e, soprattutto, pone le basi per un prossimo futuro impostato sulla valorizzazione della qualità dei suoi interpreti.
Sì, perché il “4-2-qualità” che schiera Allegri (che parte con Pjanic in mediana ed un anomalo ma iper incisivo tridente Mandzukic-Dybala-Cuadrado) alle spalle di Higuain, premia in pieno la ricerca del bel gioco ed il coraggio misto all’audacia dimostrati dal tecnico livornese.
Ne consegue una partita senza storia, indirizzata dal fulmineo uno-due firmato Dybala-Higuain e gestita senza troppi patemi in una ripresa senza sbavature.
La cronaca Pronti via e la sensazione è che, come già accaduto nell’arco di questo campionato, la Juventus voglia ribadire la propria superiorità dopo una sconfitta.
Il trio alle spalle di Higuain offende e copre a dovere, Pjanic e Khedira tamponano da mediani di razza, Lichsteiner manda sovente in difficoltà sia Radu che Felipe Anderson.
Proprio da un cross dello svizzero arriva il vantaggio bianconero: Mandzukic (tra i migliori in campo) spizza per Dybala che con un sinistro da iniziato del calcio fulmina Marchetti.
La squadra di Inzaghi non ha neanche il tempo di assorbire il cazzotto subito che va sotto di un altro gol. Questa volta è Cuadrado ad ispirare Higuain che da centravanti vero si infila tra i centrali difensivi biancocelesti ed in allungo firma il raddoppio da ariete puro.
E’ passato poco più di un quarto d’ora dal fischio di inizio e la partita, di fatto, non ha più storia, complice anche una Lazio ancora una volta mostratasi impreparata al possibile esame di maturità.
La Juve gestisce, può farlo grazie al parziale momentaneo ed in virtù di una qualità diffusa in mezzo al campo che consente a Buffon e compagni di controllare il gioco in scioltezza.
Nella ripresa Inzaghi prova a cambiare qualcosa. Rinuncia a Biglia e Radu per Djordjevic e Lukaku trasformando il 4-3-3 in una sorta di 4-2-3-1 ma la mossa non paga i dividendi sperati, tutt’altro.
E’ la Juve, infatti, a sfiorare in più di un’occasione il terzo gol sia con Dybala (il migliore in campo) che nel finale con Pjaca.
La rete non arriva ma, cosa più importante, arrivano i 3 punti.
I bianconeri riprendono la marcia interrotta a Firenze grazie ad una prestazione spettacolare ed allo stesso tempo solida, ponendo chissà le basi per un 4-2-qualità che potrebbe calzare a pennello anche in Champions League.
JUVENTUS (4-2-3-1): Buffon; Lichtsteiner (74’ Barzagli), Bonucci, Chiellini, Asamoah; Khedira, Pjanic; Cuadrado, Dybala (82’ Rincon), Mandzukic; Higuain (87’ Pjaca). (A disposizione: Neto, Audero, Rugani, Dani Alves, Hernanes). All. Allegri.
LAZIO (4-3-3): Marchetti; Patric, de Vrij, Wallace, Radu (60’ Lukaku); Parolo, Biglia (60’ Djordjevic), Milinkovic; Lombardi (66’ Murgia), Immobile, Felipe Anderson. (A disposizione: Strakosha, Vargic, Bastos, Hoedt, Leitner, Luis Alberto, Vinicius). All. Inzaghi.
ARBITRO: Massa di Imperia.
MARCATORI: 5’ Dybala, 17’ Higuain.
NOTE: Ammoniti Radu, Immobile, Parolo.
Carlo Forciniti - Agenzia Stampa Italia