(ASI) “Neanche Dio può affondarla” questo era quello che avevano fatto scrivere sulla poppa del Titanic coloro che l’avevano realizzata con arroganza, supponenza e incompetenza, che ben si adatta alla squadra creata da Andrea Agnelli e Marotta. I continui risultati negativi della Juve stanno facendo crollare le speranze sportive e perdere la fiducia anche ai più incalliti tifoso bianconeri. Se volessimo associare la triste vicenda calcistica con la tragedia del transatlantico, ben rappresentata dal film di Cameron del 1997 potremmo anche assegnare le parti del film. Il progettista spocchioso ovviamente Marotta con il suo collaboratore inconcludente Del Neri, il finanziatore Agnelli, l’equipaggio di prima, seconda e terza classe la squadra che racchiude in sé l’aristocrazia del calcio come gli ex campioni del mondo Buffon, Iaquinta, Grosso, alla manovalanza come Grygera, Pepe, Storari, alla borghesia in ascesa Krasic, Marchisio, Bonucci, Chiellini, Quagliarella. Ovviamente il capitano non può che essere lui: Del Piero. Come nella storia c’è un ultimo passeggero che vince una partita a carte e si imbarca, nel film era Leonardo Di Caprio con l’amico Fabrizio, nella Juve il protagonista è Matri con il neoacquisto Barzagli e si salvano gli sconfitti in questa partita come Pazzini (gli è andata proprio bene!) e Drenthe. C’è anche un cattivo, odiato e che si scontrerà con il protagonista e non può che essere Amauri. Grandi speranze, grandi aspettative per il nuovo mondo che si distruggono impattando con l’iceberg, lo stesso valga per la squadra: si avanza veloci verso lo scudetto, per toccare la terra della Champion e si impatta con la d realtà della serie A, troppo dura e complicata per questa squadra, che non riesce a tenere il passo del Milan, l’Inter, la Roma, il Napoli, la Lazio e si fa persino superare dall’Udinese e dal Palermo. Il Titanic è una tragedia dettata dall’inesperienza e dall’incompetenza e così pure la disfatta della Juve, si punta su gente sbagliata, che non capisce di calcio, scegliendo giocatori non di livello e questo è il risultato. Ranieri, Ferrara, Zaccheroni e ora Del Neri di male in peggio, ma ci sono degli elementi in comune la serie di infortuni e la mancanza di gioco. Il primo problema dipende, come individuò Capello ai tempi d’oro, dal campo di Vinovo, quella è una palude, per giunta maledetta (ricordiamoci che ci sono morti affogati due ragazzini) e che fa ammalare i giocatori e non permette di riprendersi; il secondo perché tutti questi allenatori non sono da Juve. Questa squadra dovrebbe essere l’elite del calcio, superiore all’Inter e al Milan, ai vertici dell’Europa e del mondo e invece si fa bistrattare da tutti. In aggiunta a ciò perde lo stile, con le volgari dichiarazioni di Andrea Agnelli, che dimentica l’appartenenza alla sua famiglia e che si lamenta, come una volta facevano gli altri, dei rigori non concessi: forse bisognerebbe segnare e non prendere goal e non aspettare il rigore che ti risolve la partita. Non ci sono tanti soldi, ma quelli che si avevano lì si sono spesi male e senza testa. Questo è il risultato del naufragio. Almeno nel film c’era una bella storia d’amore e al di fuori del campo ci sono effettivamente belle love-story, se infatti la Juve può vantare qualcosa sono le bellezze in tribuna da Alena Seredova, a Michela Quattrociocche, alla protagonista femminile del nostro film immaginario Federica Nargi, imbarcata insieme a Matri Di Caprio. Il fatto di annoverare bellezze la dice tutta su quanto questa squadra è ridotta male e si è salvato il “cativo” Amauri, che ha abbandonato questa nave in tempo, certo quel personaggio si uccise con la crisi del 1929, forse questa crisi è il Parma? Non ci sarebbe da meravigliarsi anche perché il Parma è una sorta di Juve bis, ma i vari Giovinco, Palladino appartenevano alla vecchia Juve e così il Palermo che annovera Cassani, Balzareti, Nocerino e Miccoli. Non a caso i cosiddetti scartati negli scontri diretti hanno avuto sempre la meglio, chissà perché…
Come rimediare? Vendere la società a qualcuno ricco veramente e che può riportarla al suo posto. Tanto la Juventus è un marchio mondiale e le offerte non mancherebbero. Poi bisogna prendere gente che ci capisce di calcio, Capello, Hiddink o Mourinho, soluzioni di prima scelta e così servono campioni del calibro di Benzema, Van Persie, Gerrard, Bastos, ecc. Si deve fare così perché la Juve non può e non deve diventare una provinciale e i tifosi non meritano questo trattamento sono cinque anni che non si vince nulla e alla fine come tutti i passeggeri, anche loro stessi abbandonerebbero questa nave che affonda, forse l’unico che rimarrebbe con lei in ogni circostanza e che merita comunque un encomio è il vero e unico capitano Del Piero, l’ultimo baluardo di un glorioso passato fatto di scudetti e coppe… quelli sì che erano bei tempi!
Daniele Corvi- Agenzia Stampa Italia