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 Approfondimenti. Il punto sulla serie A dopo il girone d'andata
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(ASI) Nel campionato italiano di calcio siamo al fatidico giro di boa. Il clima gelido di gennaio, notoriamente, rimanda la mente dei calciofili al mercato di riparazione, alla squadra cosiddetta campione d’inverno e ai bilanci generali della prima parte di stagione. Proponiamo dunque un excursus tra le 20 compagini della Serie A, cercando di cogliere pregi e difetti del cammino percorso sin qui da ognuna di esse.

Atalanta: Gli orobici hanno mantenuto una tendenza che li contraddistingue da sempre e che un allenatore risoluto come Colantuono riesce ad esaltare. Arcigni e generosi, fondano i propri successi sull’organizzazione e l’agonismo. Tra le mura amiche i nerazzurri sono riusciti a creare un vero e proprio fortino, espugnato soltanto dalla Fiorentina e dalla corazzata Juventus. Opposto l’andamento in trasferta, dove l’audacia atalantina ha raccolto ben poco: appena quattro punti, con l’ultima vittoria corsara risalente al 5 ottobre sul campo del Chievo. Domenica ospiterà il Cagliari, per uno scontro tra squadre a pochi punti dalla zona retrocessione che si prospetta avvincente.

Bologna: Una stagione sin qui amara, anzi amarissima, quella dei felsinei. Il magro bottino di 16 punti e il penultimo posto in classifica, sopra soltanto a Livorno e Catania appaiate a quota 13, è la spia di un malessere che si è impiantato dalle parti di Casteldebole.  Appena una settimana fa l’impazienza dei dirigenti si è manifestata contro l’allenatore Stefano Pioli, capro espiatorio di una situazione che sembra tuttavia dipendere più da un organico mediocre che non da una conduzione tecnica inefficacie. È ancora presto per capire se il nuovo mister Ballardini riuscirà a dare una scossa al cammino del Bologna. Scossa che finora non è arrivata dal mercato di riparazione, che i tifosi rossoblù sperano possa regalare Gilardino, autore due anni fa di una prolifica stagione sotto le due torri. Ma per ora è meglio pensare a domenica, e alla difficile sfida con il Napoli.

Cagliari: Non perde mai lo spirito del suo presidente Cellino, battagliero e sregolato. Il Cagliari del duo Lopez-Pulga ha raccolto sinora 21 punti, durante una prima metà di campionato attraversata da periodi negativi, risultati brillanti e le ormai arcinote polemiche relative allo stadio “Sant’Elia”. Per portare a casa la salvezza anche quest’anno, la squadra sarda avrà bisogno di affrontare il girone di ritorno con una carica di baldanza maggiore del solito, vista l’importante cessione del forte mediano Nainggolan e la pressione delle squadre che si trovano pochi punti sotto, invischiate in una lotta senza quartiere per non retrocedere. Domenica si va sul difficile campo di Bergamo, prima tappa di 19 battaglie.

Catania: Dopo le convincenti stagioni degli ultimi anni, in molti si sono chiesti come fosse possibile assistere a una tale debacle della compagine siciliana. La scelta di Pulvirenti di sostituire Maran con De Canio non ha prodotto i frutti sperati, così nei giorni scorsi è tornato il tecnico che tanto bene aveva fatto l’anno scorso alle pendici dell’Etna. Insieme a lui è tornato anche il regista Lodi, inopinatamente scaricato al Genoa l’estate scorsa in cambio della meteora Tachtsidis, ora ceduto al Torino. Chissà se il ritorno di questi due figliol prodigi regalerà al Catania una salvezza che attualmente appare insperata. Domenica un banco di prova tostissimo, al “Cibali” arriva la Fiorentina del mai dimenticato Montella.

Chievo: “Gli asini che volano”, sebbene in basso, continuano a compiere umilmente la loro magia. La stagione della squadra clivense era iniziata molto male, con un andamento di appena 4 punti dopo le prime dieci giornate. È bastato però richiamare il tecnico Corini per riconoscere di nuovo il Chievo delle scorse stagioni, e risalire una china che appariva insormontabile. 17 punti sono pochi per sospirare, il baratro retrocessione è ad appena un punto di distanza. Tuttavia, la salvezza non sarà una chimera se da queste parti continueranno a prevalere umiltà e cultura del lavoro. Domenica al “Bentegodi” arriva il Parma, scontro tra squadre ordinate e in discreto stato di forma.

Fiorentina: Il nuovo infortunio ai danni del portento Giuseppe Rossi è la sola nota negativa di una stagione sin qui prestigiosa. Passato agevolmente il turno in Europa League, la squadra di Montella prosegue il suo ottimo cammino anche in campionato. I 37 punti sin qui conquistati la fanno essere una degna candidata per il terzo posto, valevole per l’accesso ai preliminari della cosiddetta “Europa che conta”. Il mercato di riparazione ha finora regalato Matri, voglioso di rivalsa dopo i sei mesi sfortunati al Milan, e l’estroso Anderson, centrocampista offensivo che arriva dal Manchester Utd. con la formula del prestito. La viola promette al campionato che ci sarà da divertirsi.

Genoa: La classifica non è poi così negativa, ma la pesante sconfitta subita domenica scorsa contro la Roma ha evidenziato tutti i limiti di un organico comunque insufficiente. Il solito trasformista Preziosi si sta adoperando per improntare l’ennesima rivoluzione nel corso di questo mercato di riparazione. Dopo la partenza di Manfredini per Sassuolo, si parla anche delle possibili cessioni di Gilardino, Portanova, Matuzalem, Antonelli. In entrata si fanno invece i nomi di De Ceglie e Motta dalla Juventus, Borriello e Burdisso dalla Roma, Kranjc dal Cesena. Insomma, da qui al 31 gennaio, data di chiusura di questa finestra di mercato, il volto del Grifone potrebbe subire molti cambiamenti. Per ora si pensa però a Genoa-Inter, una sfida tutt’altro che agevole.

Hellas Verona: Guardare la classifica e scoprire che la squadra di Mandorlini è lassù, a ridosso della “zona Uefa”, non può che sorprendere. Prima dell’inizio del campionato, in pochi confidavano in questa nobile che negli ultimi anni era molto decaduta, conoscendo persino l’abisso della serie C. Eppure i vari giovani come Iturbe, Jorginho, Rafael, uniti al fiuto del gol del sempreverde Toni e alla capacità tattica e umana di mister Mandorlini, hanno fatto dell’Hellas una squadra tenace e intraprendente, pronta a riscattarsi dopo tante sofferenze. Domenica sera, a San Siro, proverà a rovinare l’esordio al nuovo tecnico del Milan, Clarence Seedorf. Le potenzialità da guastafeste gli scaligeri ce le hanno, eccome.

Inter: I tifosi nerazzurri possono mettersi l’anima in pace. Tohir gli ha recentemente prospettato altri 2-3 anni difficili, prima di poter riacquisire le stimmate che avevano contraddistinto l’Inter all’epoca di Mourinho. La stagione è stata sin qui altalenante, senz’altro al di sotto delle aspettative che l’arrivo di Mazzarri avevano generato. Dopo il deludente pareggio casalingo con il Chievo, domenica l’opportunità di riscattarsi è sul difficile campo del Genoa. Fuori anche dalla Coppa Italia, la squadra ambrosiana non ha più alibi: il terzo posto è un obiettivo che va abbandonato il più tardi possibile.

Juventus: Fondate le accuse della Roma circa gli “aiutini” riservati alla Vecchia Signora, va tuttavia riconosciuto che i bianconeri restano una spanna sopra le altre. Il ruolino di marcia del resto fa impressione. 52 punti nel solo girone d’andata rendono già scritti i destini di questo campionato. L’unica delusione è l’eliminazione in Champions League, sintomo di un’arretratezza del nostro calcio che non è più un mistero già da qualche anno. Sabato, alle 20.45, allo “Juventus Stadium” sarà ospite una volitiva Samp. Ma non è detto che la squadra di Conte ne faccia un sol boccone.

Lazio: Paradossi del calcio. Dopo la sbornia d’esultanza seguita alla vittoria della Coppa Italia, a Formello sembra essersi impiantata la radice della malinconia. L’insignificante cammino della Lazio è stato parzialmente addolcito soltanto dal fortunoso passaggio del turno proprio in Coppa Italia, contro il Parma. Per il resto, se si escludono i successi in Europa League contro avversari assai modesti, si registrano una serie di delusioni. Per competere su buoni livelli, del resto, la Lazio aveva bisogno di interventi sul mercato ben più robusti dei ritocchi operati in estate dal turbolento Lotito, che ha avuto in Petkovic l’ultima vittima sacrificale dei suoi insuccessi. Domenica si va in Friuli, terra natale di Edy Reja, per invertire la tendenza di questa prima parte di stagione.

Livorno: All’esperto Attilio Perotti l’arduo compito di strappare gli amaranto da un destino che li vuole presto ripiombati in serie B. Eppure l’ex tecnico Nicola sembrava aver dato una fisionomia a una squadra che difetta, e molto, in qualità dell’organico. Fisionomia che ha regalato però ai tifosi labronici giusto qualche prodezza in quel di settembre. Le tante, troppe delusioni hanno spazientito anche i più affezionati al mister della promozione, così il presidente Spinelli ha deciso di cambiare. Il mercato non ha ancora riservato colpi in entrata, ma intanto sabato si va a Roma, per una sfida contro i giallorossi che sulla carta appare proibitiva.

Milan: L’estate scorsa aveva rifiutato un’importante offerta della Roma per giurare fedeltà al Milan. Peccato che è stato il Milan a non ricambiare questo giuramento di fedeltà. Parliamo di Allegri, scaricato dalla panchina rossonera alla prima occasione utile da un’agguerrita Barbara Berlusconi, che in simpatia il tecnico toscano non ce l’ha mai avuto. Ora spetta a Seedorf di recuperare il Milan dai bassifondi della classifica. L’anno scorso furono provvidenziali l’acquisto a gennaio di Balotelli e diversi episodi arbitrari fortunati. Chissà cosa servirà quest’anno ai meneghini per condurli verso posizioni più consone alla prestigiosa storia di questa società.

Napoli: A parte una battuta d’arresto in casa contro il Parma e un’eliminazione dalla Champions League da attribuire tuttavia alla sfortuna, il cammino del Napoli è stato fin qui degno delle ambizioni del suo presidente De Laurentiis. Davanti a sé ha solo le due corazzate Juventus e Roma, sotto di sé il vuoto o quasi. La squadra di Benitez affronta gli avversari a viso aperto, gente come Hamsik, Callejon, Mertens, Insigne, Higuain rappresentano formidabili frecce nell’arco del tecnico spagnolo. Domenica proveranno a trafiggere in trasferta un Bologna disperato, per continuare una corsa strepitosa.

Parma: Il segreto dei crociati sta tutto nella sinergia tra il duo Ghirardi-Leonardi sul mercato e Donadoni in panchina. Squadra solida e ordinata, il Parma quest’anno può contare anche sull’estro di Cassano, vero e proprio valore aggiunto. 26 punti e una posizione in classifica sopra a squadre come Milan e Lazio rappresentano il frutto di un lavoro serio e premeditato. Se a gennaio riuscirà a trattenere Paletta e Parolo, la squadra emiliana sarà destinata a togliersi altre belle soddisfazioni. Intanto domenica andrà a far visita al Chievo, una sfida tra due realtà positive del nostro calcio.

Roma: Spesso è così. Dopo il maltempo, il sole sfoggia la sua lucentezza con maggior impeto. Trovata in Garcia quella guida tecnica che latitava a Trigoria da tempo, la Roma sventurata degli ultimi due anni ha ora lasciato il posto a una squadrone capace di inanellare dieci vittorie di fila nelle prime dieci giornate di campionato. Solo la presenza di una Juventus stratosferica impedisce ai giallorossi di appropriarsi di un primo posto che meriterebbero alquanto. Gli arrivi di gente dotata caratterialmente e tecnicamente come Benatia, Maicon, Strootman, De Sanctis, più la “freccia nera” Gervinho, si sono dimostrate scelte vincenti. L’innesto di Nainggolan nel mercato invernale dimostra inoltre la volontà dei quadri dirigenziali di mantenere la squadra su questi altissimi livelli. Ma ora non c’è tempo per gli elogi. Sabato pomeriggio arriva il Livorno e la tensione non va allentata.

Sampdoria: Con Delio Rossi in panchina i blucerchiati sembravano una squadra spenta e indolente. È bastato cambiare guida tecnica per scoprire tutta un’altra Sampdoria. Mihaijlovic infatti è riuscito a iniettare una carica di entusiasmo e dinamismo che si è tradotta in un ruolino di marcia davvero ragguardevole. In sette giornate si conta soltanto la sconfitta sul difficile campo del Napoli, oltre all’eliminazione dalla Coppa Italia contro la Roma. In attesa che il mercato regali qualche gradito innesto (i tifosi sampdoriani sperano nel ritorno di Quagliarella), sabato i liguri andranno ospiti allo “Juventus Stadium”, per una gara in cui non avranno nulla da perdere.

Sassuolo: Il tecnico Di Francesco sta proseguendo in serie A il buon lavoro iniziato l’anno scorso sulla panchina dei neroverdi. Dopo (l’inevitabile) scottatura iniziale dovuta al confronto con la nuova realtà, il Sassuolo si è fatto notare per la determinazione e per una fisionomia di gioco precisa. I colpi dei talenti Zaza e Berardi hanno poi fatto la differenza, regalando alla squadra del patron Squinzi più di una speranza di salvezza. Domenica arriva a far visita il Torino, avversario temibile.

Torino: I tifosi granata possono finalmente sorridere. La squadra allenata da Ventura sta infatti regalando loro soddisfazioni, testimoniate da una classifica dignitosa, che ha persino il sapore d’Europa. Non sarà facile mantenersi sui livelli del girone d’andata, vista anche la probabile partenza di D’Ambrosio destinazione Inter e considerato l’ormai consueto calo fisico che caratterizza le squadre allenate da Ventura nel finale di stagione. Intanto domenica si va in Emilia contro il Sassuolo, per mettere in cascina altri punti.

Udinese: Le stagioni brillanti dei friulani appaiono già un ricordo arrugginito. Del resto, non si può chiedere tanto al tecnico Guidolin, negli ultimi anni capace insieme all’instancabile bomber Di Natale di rendere formidabile una squadra tutt’al più discreta. Un calo era dunque fisiologico, ma 20 punti sono uno spettro che i bianconeri devono quanto prima cacciare via. La serie B è appena a quattro lunghezze di distanza, già domenica al “Friuli” l’Udinese è attesa da un’avvincente sfida verità contro una Lazio che vuole disperatamente dare un senso alla sua stagione.

Federico Cenci - Agenzia Stampa Italia

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