Al 4’ doppio scambio Llorente-Tevez che mette in difficoltà la difesa viola. Al 13’ punizione della Juve per un fallo subito da Llorente Pirlo però colpisce la barriera. Ammonito Barzagli che si aggiunge a Tevez e Aquilani per un fallo su Rossi. La Juve cresce mette in difficoltà i viola e Tevez e Pogba salgono di livello. L’argentino è abile a procurarsi un rigore atterrato da Roncaglia: rete. Pochi minuti dopo follia di Cuadrado che serve Pogba che raddoppia. La Juve gestisce e chiude meritatamente in vantaggio.
Ripresa con la Juve che attacca, sfiora Marchisio il terzo goal, e poi Chiellini impegna Neto provvidenziale e bravo pure sulla punizione di Pirlo. La Fiorentina cambia Joaquin per Aquilani. I viola cercano di rialzare la testa e Mati Fernandez si fa atterrare da Asamoah: rigore generoso e Rossi riapre la partita. I viola ci credono e pochi minuti dopo Rossi si trova un pallone in area e beffa Buffon non impeccabile. Conte corre ai ripari e cerca di aggiustare il tiro via Marchisio e Asamoah dentro Vidal e Giovinco con Juve che passa al 4-3-3. La Juve però è sbilanciata e la Fiorentina è spietata e da un’altra amnesia difensiva da solo Joaquin compie l’impresa: 3 a 2. La Juve si riversa avanti, ma Cuadrado si fa tutto il campo e serve a Rossi la palla del 4 a 2 nel delirio del Franchi. La Juve prova ad attaccare e risollevarsi dai venti minuti di follia, ma niente. Finisce così, la sconfitta più brutta dell’era Conte e forse anche la stessa era. E colui che doveva essere l’erede di Del Piero, Giuseppe Rossi, ha ucciso la vecchia signora.
C’erano dei problemi dietro che si sono visti nelle altre partite, superate con carattere, fortuna o favori arbitrali, ma la Juve non è più la stessa. Non ci crede più, non combatte, fa tanti errori, Buffon e la difesa è sempre disattenta. Conte sembra aver perso la grinta e sembra aver dato bandiera bianca. E’ finito un’era dieci goal in otto partite più la Champion, Pirlo e Vidal che non ubbidiscono come prima. La maledizione del terzo anno si ripete, la Champion è a forte rischio e questa Roma ha la grinta e il gioco di quella Juve che c’era e non c’è più. Ancora è presto, ma il buon giorno si vede dal mattino.
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